Mobilità, Aosta è la provincia migliore
Meglio il nord del sud, ma Milano è solo 72/ma. Roma 33/ma. In nessuna regione italiana si raggiungono però gli standard ideali
Esiste in Italia un "paradiso" per gli automobilisti? Sì, ed è Aosta. Lo rivela una ricerca sulla mobilità nelle province italiane presentata dall'Aci (Automobile Club d'Italia) assieme all'Istituto di studi politici economici e sociali Eurispes. La provincia montana è infatti al primo posto della classifica italiana, anche se è ben lontana dallo standard ideale. Un "paradiso" rispetto alla situazione delle altre province, insomma, ma anche Aosta non soddisfa le esigenze dei suoi cittadini per quanto riguarda circolazione, trasporti pubblici e sicurezza stradale.
DIFFERENZE - La situazione nel nord Italia è migliore di quella che si registra nel sud, con Foggia che fa da fanalino di coda al 103esimo posto, Napoli al 95esimo, Palermo all'89esimo e tutte le altre province meridionali relegate sotto l'81esima posizione. L'eccezione che conferma la regola è quella di Milano, che si piazza al 72esimo posto, mentre Roma conquista una sorprendente 33esima posizione. Il centro Italia risulta essere la zona dove si circola più facilmente, con ben 10 province nei primi 20 posti in classifica, fra cui Siena, Pisa, Terni, Lucca e Arezzo. La Regione in cui si guida meglio è la Toscana. La palma nera, invece, va alla Sicilia che vanta 5 province nelle ultimissime posizioni.
COSTRETTI AD ANDARE IN AUTO - «Il rapporto mette in luce tre punti nevralgici per il sistema italiano di mobilità che sono l'incidentalità stradale, l'inadeguatezza del trasporto pubblico locale e la scarsa pianificazione territoriale», ha dichiarato in un comunicato il presidente dell'Aci Franco Lucchesi. Le conclusioni della ricerca - calcolata attraverso un insieme di indicatori statistici sull'efficienza della rete stradale, la fruibilità dei servizi e i tempi di raggiungimento delle mete - sono decisamente critiche. Gli italiani si spostano principalmente per ragioni di lavoro, ma sono costretti ad utilizzare i mezzi privati per l'inadeguatezza del servizio pubblico che, in media, allunga sensibilmente i tempi di spostamento verso i posti di lavoro.
13 settembre 2006
corriere della sera