Certo, probabilmente hai ragione nel dire che Palme (e Brandt con altri) non superò mai l'orizzonte capitalista, sebbene "riveduto e corretto"; però, forse qualche aspirazione ad una società migliore comunque rimaneva tra i socialdemocratici, anche se ormai erano costretti da tempo nell'angusto orizzonte riformista ed istituzionale.
Riguardo alla società migliore finora raggiunta dall'umanità, personalmente, più che le socialdemocrazie scandinave (pur interessanti e forse il "meno peggio"), opterei per la breve stagione libertaria barcellonese del 1936 e dintorni, in cui davvero sembrava che si potesse superare sia il capitalismo che il "comunismo" (alias stalinismo): purtroppo poi però la guerra fece piazza pulita di tutto.
Anche la stagione del '68 (à la formidabili quegli anni...) fu in parte un tentativo di una terza via: però, ancora, dopo 40 anni, non sembra che sia cambiato nulla di veramente sostanziale, a quanto pare...
In quanto alla democrazia parlamentare, ovviamente subisce continuamente i suoi limiti intrinseci, cioè la concentrazione e l'accentramento del potere a livello statale ed oggi anche aziendale a livello addirittura globalizzato (vedi abusi di potere, corruzione, propaganda mediatica, militarismo, proibizionismo, ecc. ecc.) e la dipendenza dalle condizioni culturali, sociali, ecc. delle masse (spesso determinate dallo stato e dalle aziende): quindi, se la gente diventa qualunquista ed indifferente, la democrazia a poco a poco tende a degenerare nel fascismo (in senso lato, a seconda delle epoche storiche), soprattutto in condizioni economiche instabili, quando i cosiddetti poteri forti usano lo stato e la politica per i loro fini di profitto.
Ogni riferimento alla situazione attuale è puramente (non) casuale...