jumbo wrote:Anch'io da sano non desidero niente del genere per me, ma non ho idea se da malato non sarei in grado di accettare la mia situazione e riuscire a viverla ugualmente con serenità. Ci sono casi come quello sulla bocca di tutti questi giorni, ma ci sono anche casi di persone che trovano una ragione di vita anche in quelle condizioni.
Se sei in grado da malato a comunicare agli altri la tua volontà, il problema non si pone. Ma se ti capita di trovarti in uno stato in cui non sei in grado di comunicare in nessuna maniera, cosa si fa?
Ti si tiene in vita artificialmente nel dubbio che tu abbia una "ragione di vita"? Oppure è vero il contrario, che non lo accetti ed il tenerti in vita è solo una inutile tortura?
Per questo è meglio fare, nel pieno delle proprie facoltà, una scelta. Scelta di cui bisognerà accettare le conseguenze quando, sperabilmente mai, ci si trovasse in tale condizione. Sia che si sia scelto di non protrarre la vita, accettando che ciò accada pur avendo in tale situazione trovato una "ragion di vita" che non si riesce a comunicare, sia che si sia scelto di volere il mantenimento in vita, magari non volendolo più e soffrendo in silenzio una tortura fino alla follia. Ovviamente nell'ipotesi che la mente sia presente e vigile, ma con il resto del corpo che non funziona.
Tra le due, meglio la prima. Meglio morire pur non volendolo al momento. Anche perchè questa è la condizione normale: noi un giorno moriremo, e quel giorno, presto o tardi, non vorremo farlo. A questo punto è del tutto indifferente quale che sia la causa della nostra morte: malattia, consunzione o esecuzione della nostra ultima volontà espressa. O il quando.