Città della Cina

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Re: Città della Cina

Postby Ulk » Wed 28 August 2013; 2:35

Se segui il mio commento sulla frequenza del lunedì dovresti essere in grado di decifrarlo. :)
Le colonne indicano linea, direzione, giorno/giorni (lun-ven e sab-dom, per la linea 1 infatti ci sono tre righe perché il lunedì è diverso dagli altri giorni lavorativi), orario di inizio e termine del servizio, tipo di fascia oraria (punta mattino, punta sera, normale), orario della fascia oraria, frequenza in x minuti y secondi.

PS: no non lavoriamo 14 ore. :) L'orario base qui a Chongqing va dalle 9.00-9.30 alle 17.30-18.00 con un'ora di pausa pranzo abbastanza flessibile all'estensione. Questo per gli uffici, nelle fabbriche non so esattamente ma almeno nelle grandi città gli orari di lavoro e i riposi obbligatori sono abbastanza simili e regolati da leggi e regolamenti.
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Re: Città della Cina

Postby fra74 » Wed 28 August 2013; 3:06

Non ci sono più i paesi comunisti di una volta :lol:
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Re: Città della Cina

Postby S-Bahn » Wed 28 August 2013; 9:48

Veramente nei paesi comunisti "di una volta" non si sono mai ammazzati di lavoro. Lo Stato faceva finta di pagarli e loro facevano finta di lavorare. E' con la versione cinese del comunismo che si sono uniti il "meglio", si fa per dire, del comunismo e del capitalismo, ovvero metodi da capitalismo col comunismo a fare da cane da guardia del capitale.
Il fatto che, almeno nella parte di Cina su cui si ha visibilità, ci siano aree in cui un minimo di regole sono rispettate fa solo bene, a loro e a noi. Poi c'è comunque tutta l'Indocina che di fatto una colonia economica. Ciò che comincia a costare troppo in Cina prende la via del Vitnam o della Cambogia...
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Re: Città della Cina

Postby max90 » Wed 28 August 2013; 10:04

La crescita della Cina difatti sta rallentando (e prima o poi doveva pur accadere); sorvolando sui problemi che da qui a qualche anno i cinesi si troveranno a dover gestire, il problema è che la produzione si sta già spostando dove i costi del lavoro sono ancora più ridicoli.
Anche se la Cina rallenta, è illusorio pensare che questo ci possa fare star meglio. L'unica soluzione mi sembrano forti restrizioni doganali per le merci provenienti da Paesi dove le condizioni del lavoro non sono dignitose, ma anche questa è una pia illusione.
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Re: Città della Cina

Postby S-Bahn » Wed 28 August 2013; 11:31

Perché la politica è in mano a chi lucra sulla globalizzazione, ma di persè è tut'altro che non fattibile.

La questione della delocalizzazione della produzione alla fine è anche miope.
Ho una attività produttiva in occidente che ha come mercato i paesi occidentali stessi ma ha anche i costi di questi paesi. Sposto la produzione dove costa meno per continuare a vendere in un mercato ricco con costi da produttore povero.
Idea brillante, peccato che a furia di trasferire ricchezze deindustrializzando l'occidente, il mercato ricco non è più tale.
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Re: Città della Cina

Postby max90 » Wed 28 August 2013; 12:17

Poniamo anche il caso che tali Paesi, per ritorsione, applichino pesanti dazi sulle merci italiane. Ma, a conti fatti, ci guadagneremmo comunque, visto che penso che la bilancia commerciale UE-Cina sia nettamente sbilanciata a favore di quest'ultima. Il problema è che i paesi nordici, tipicamente più orientati all'industria dei servizi e non al manifatturiero, osteggiano l'applicazione di dazi, visto che sono interessati a fornire ai loro cittadini merci a basso costo.
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Re: Città della Cina

Postby Ulk » Wed 28 August 2013; 12:54

Il bello che in Cina già ci sono dazi sull'importazione per esempio di auto e prodotti alimentari prodotti all'estero (il primo per "costringere" le case automobilistiche a produrre nel Paese, il secondo perché considerati beni di lusso) ma appena si prova in Europa o negli USA a tassare prodotti o aziende cinesi (vedi il caso dei pannelli solari o delle tasse sull'inquinamento delle compagnie aree extra UE) scatenano di contro guerre commerciali vietando l'acquisto di o tassando pesantemente prodotti chiave dell'export di quelle nazioni che applicano i dazi (ai casi precedenti avevano risposto raddoppiando la già alta tassa sull'importazione di vini francesi ed italiani e sospendendo per più di un anno l'acquisto di aerei Airbus).

Edit: inoltre si stanno rendendo sempre più indipendenti delle importazioni succhiando il know how dalle numerosissime joint venture presenti in tutti i campi, lasciando malamente per strada il partner straniero appena non ne hanno più bisogno. Esempi i veicoli ferroviari e tranviari, oramai nessuna nuova rete viene aperta con materiale rotabile straniero, che ormai circola solo sulle linee delle prime reti...
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Re: Città della Cina

Postby LUCATRAMIL » Wed 28 August 2013; 13:56

S-Bahn wrote:Perché la politica è in mano a chi lucra sulla globalizzazione, ma di persè è tut'altro che non fattibile.

La questione della delocalizzazione della produzione alla fine è anche miope.
Ho una attività produttiva in occidente che ha come mercato i paesi occidentali stessi ma ha anche i costi di questi paesi. Sposto la produzione dove costa meno per continuare a vendere in un mercato ricco con costi da produttore povero.
Idea brillante, peccato che a furia di trasferire ricchezze deindustrializzando l'occidente, il mercato ricco non è più tale.

Lo ripeto da secoli, venendo spesso scambiato per nazionalista.
Segno che le associazioni tra impenditori, che avrebbero dovuto lanciare il segnale d'allarme ben prima, non servono a nulla o sono frequentate da piccioni cacciati dai siti produttivi per inettitudine. Gli stessi che sbausciando "made in Italy" ricevono gli ospiti sulla berlina tedesca e sfoggianto il telefonino americoreano.....
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Re: Città della Cina

Postby max90 » Wed 28 August 2013; 13:57

Finché noi europei siamo così pirla da svenderci il know how... Quasi quasi conviene vendergli AnsaldoBreda, così siamo sicuri che si portano a casa il know not how... :lol:
Comunque i nodi stanno per venire al pettine: anche in India si è raggiunta una disoccupazione al 10% e un debito/pil al 70%, con il 5% circa di sforamento annuo. Queste grandi economie emergenti faranno la fine dell'Italia negli anni '70, probabilmente anche peggio, visto che la nostra crescita si è attestata quando eravamo già ad un buon livello di benessere.
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Re: Città della Cina

Postby LUCATRAMIL » Wed 28 August 2013; 13:58

max90 wrote: così siamo sicuri che si portano a casa il know not how... :lol:

:lol: :lol:
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Re: Città della Cina

Postby LUCATRAMIL » Thu 29 August 2013; 8:53

LUCATRAMIL wrote: Lo ripeto da secoli, venendo spesso scambiato per nazionalista.
Segno che le associazioni tra impenditori, che avrebbero dovuto lanciare il segnale d'allarme ben prima, non servono a nulla o sono frequentate da piccioni cacciati dai siti produttivi per inettitudine. Gli stessi che sbausciando "made in Italy" ricevono gli ospiti sulla berlina tedesca e sfoggianto il telefonino americoreano.....


Scusate completo il ragionamento e finisco la mia parte di OT
Gli imprenditori (Euuropei, ma di più gli Italiani che esportavano poco) sono stati collettivamente sciocchi nel non capire che delocalizzare avrebbe significato tagliare i dipendenti europei/italiani, ossia i loro stessi consumatori nel mercato europeo/italiano. L'altra faccia della medaglia è che i consumatori/dipendenti di aziende europee/italiane tagliano le gambe alle imprese europee/italiane ogni volta che preferiscono un prodotto "esterno" (laddove si possa scegliere tra uno EU/IT ed uno estero) e quindi concorrono a tagliare il proprio posto di lavoro. Insomma, un'accozzaglia di capre.
Per questo la mia famiglia ha sempre comprato italiano e spargo sempre questa raccomandazione (sempre da usare cum grano salis) e per questo compro preferibilmente i prodotti dei miei clienti: son soldi che, in ultima analisi, tornano indietro.
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Re: Città della Cina

Postby Slussen » Thu 29 August 2013; 17:58

Ulk wrote:La linea 1, nella punta del mattino, il lunedì ha frequenza di 5m10s mentre dal martedì al venerdì di 5m40s. :roll:


Scusandomi se torno un attimo "in topic" :mrgreen: questa differenza di frequenza della punta mattinale non l'avevo mai vista da nessuna parte, mentre ho visto altrove (ad es. Germania) orari con la punta serale anticipata nei giorni di venerdì.
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Re: Città della Cina

Postby Ulk » Wed 13 November 2013; 12:12

Sulla linea 3 di Chongqing (55.5km, 39 fermate, mappa) sono stati attivati nelle ore di punta treni di rinforzo "espressi" che saltano alcune fermate nelle tratte periferiche, andando a sfruttare per la velocizzazione i buchi nelle tracce lasciati dai treni con capilinea intermedi. Questi treni non sono riportati in orario, quindi non so dire il tempo effettivamente risparmiato ne la frequenza (ovvero ogni quanti treni regolari, che si susseguono nella tratta centrale secondo il seguente schema: azzurro, verde, giallo, verde, ...
Image

Il principale scopo dichiarato per cui sono stati inseriti pero' non e' tanto la diminuzione dei tempi di percorrenza quanto l'aumento della frequenza nella affollata tratta centrale.
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Re: Città della Cina

Postby S-Bahn » Wed 13 November 2013; 17:12

Comprensibile, ma per fare da rinforzo devono essere strutturati come "semidiretti al contrario"? Un po' strano...
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Re: Città della Cina

Postby Trullo » Thu 14 November 2013; 15:18

Non ho capito bene, riesci a fare un esempio?
Chissà se si può riciclare il principio sulle nosttre tratte critiche tipo la mia linea ....
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