AMICUS CURIAE

Tutto il resto, comprese le altre aziende delle province di Milano e Monza

Moderators: Hallenius, teo

AMICUS CURIAE

Postby LUCATRAMIL » Thu 08 March 2012; 14:54

breve premessa: avete sei ore? :wink: un'associazione internazionale a cui partecipo e formata da esperti della Proprietà Intellettuale, grazie al prestigio acquisito ed ai contatti dei membri con le amministrazioni interessate è arrivata al punto da presentare, prima spontaneamente poi anche a richiesta, dei pareri su argomenti specifici nientemeno che alle amministrazioni governative di Stati o anche della Commissione UE. tali memorie si chiamano "Amicus Curiae briefs", ossia pareri emessi amichevolmente, in appoggio al Governo/amministrazione affinche scelga per il meglio. Il bello è che spesso i pareri sono tenuti in alta considerazione.

Si tratta nè più nè meno di quanto era stato fatto dal forum in passato con una comunicazione dal contenuto costruito a più mani da vari utenti e condivisa e poi inviata a Maran (non mi pare che l'abbia considerata molto ma non bisogna scoraggiarsi et similia).

Suggerisco di fare altrettanto come "FORUM MILANO TRASPORTI" su argomenti molto specifici e con testi brevi, dato che "mega biblon, mega kakon" e non lo legge nessuno. Bisognerebbe anche inviare questi pareri simultaneamente a più destinatari coinvolti (es. Assessore; Milano Mobilità, la nascitura Autorità dei trasporti): lo scopo e pilotare soggetti incompetenti ma che decidono il futuro dei trasporti fornendo almeno info di base (ad es. differenza tra asservimento semaforico ed onda verde, tra tram e gommotram) ecc.
Ad esempio: velocità comm - come ridurla a MI; la preferenziale ideale; zone pedonali e tram; ripristino di un'infrastruttura di binari seria in centro; sfruttamento e gerarchia delle infrastrutture. Certo richiede un qualche impegno ma vedo che molti dedicano al forum più tempo di me e .....molti giovani devono esercitarsi con l'Italiano. :mrgreen: ....
ovviamente tutti possiamo collaborare. Potremmo cominciare con l'identificare una decina di argomenti urgenti
Kennedyte?
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Re: AMICUS CURIAE

Postby skeggia65 » Thu 08 March 2012; 15:05

Lasciando perdere la "Proprietà Intellettuale" e relativi "esperti" (Ma che kutzee? :mrgreen: ) individuo subito alcuni argomenti urgenti; peraltro li hai citati pure tu.
Integrazione tariffaria
Aumento (non diminuzione :wink: ) della velocità commerciale.
Asservimento semaforico
Corsie preferenziali
Aumento dei percorsi tranviari
Riorganizzazione di orari e percorsi
Ma anche
Riorganizzazione delle gerarchie stradali e dei parcheggi
Articolo 21
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Re: AMICUS CURIAE

Postby brianzolo » Thu 08 March 2012; 15:15

infilaci anche le piste ciclabili che fanno tendenza :twisted:
Image

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Re: AMICUS CURIAE

Postby S-Bahn » Thu 08 March 2012; 21:57

Non fanno tendenza, servono a servire una parte notevole della mobilità, se sono progettate e gestite con decenza.
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Re: AMICUS CURIAE

Postby skeggia65 » Thu 08 March 2012; 23:59

Sarebbero incluse nelle "gerarchie stradali".
L'idea è quella di avere grandi assi di scorrimento liberi dai parcheggi (con la possibilità e l'esigenza di separare il traffico ciclistico dal resto) e viabilità minore con un tripudio di sensi unici che scoraggino l'utilizzo delle strade come vie di fuga dai grandi assi, parcheggi a pettine/spina di pesce (per ricavare più posti possibile) e limiti di velocità bassi (30 kmh), con dossi e castellane in corrispondenza di incroci e attraversamenti pedonali. In tali vie le ciclabili sarebbero superflue.
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Re: AMICUS CURIAE

Postby LUCATRAMIL » Sun 11 March 2012; 11:54

QUando potrò butterò giù una bozza sulle preferenziali che posterò per lavorarci tutti. Poi un moderatore potrebbe mandare il testo definitivo.
Cosa sono le castellane, signorine la cui presenza fa rallentare la marcia? :divano:
'
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Re: AMICUS CURIAE

Postby skeggia65 » Sun 11 March 2012; 23:40

Dovrebbero essere (è così che ho sentito nominarli) quei tratti di strada rialzati in corrispondenza di attraversamenti pedonali e/o incroci.
In pratica, invece di fare gli scivoli per i pedoni, si rialza tutto un tratto di strada a livello del marciapiedi, con due vantaggi: le auto sono costrette a rallentare, i pedoni sono più visibili (perché più in alto).
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Re: AMICUS CURIAE

Postby S-Bahn » Mon 12 March 2012; 18:16

E non devono fare scivoli su e giu, che a volte sono impiccati
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Re: AMICUS CURIAE BOZZA 1/1

Postby LUCATRAMIL » Tue 27 March 2012; 14:10

Ho finito ora la prima bozza: non sapendo come allegare documenti .doc :oops: la ricopio.

MEMORIA AMICUS CURIAE

Destinatari:



premessa

Il Forum Milano Trasporti accomuna persone appassionate di trasporti pubblici, sia per l’aspetto del servizio, sia per l’aspetto tecnico (mezzi ed infrastrutture); la natura dei membri è eterogenea (appassionati, utenti ed addetti ai lavori di ogni età) ed apolitica, e quindi consente di generare conoscenze specifiche di alto valore. Per tale motivo, per il tramite materiale del sottoscritto moderatore, la maggioranza dei membri del Forum si propone di sottoporre agli enti ed Amministrazioni destinatarie memorie “Amicus Curiae”, allo scopo - appunto amichevole - di coadiuvarle nell’amministrazione politica e pratica del trasporto Pubblico Locale, con documenti di che possano fornire indicazioni di obiettivi generali o tecnici – anche con nozioni di respiro internazionale, superando la parcellizzazione territoriale, gerarchica e politica che spesso impedisce di valutare seriamente e serenamente progetti di utilità pubblica.

La presente memoria ha per oggetto:

LE CORSIE PREFERENZIALI per il TPL

Ragione: In Italia spesso le corsie preferenziali non sono sfruttate al meglio per raggiungere lo scopo a cui sono preposte, ossia: l’aumento della velocità commerciale del TPL in ambito urbanizzato.


Definizioni:
TPL = trasporto pubblico locale
CORSIA PREFERENZIALE (CP) = sede stradale teoricamente riservata (con delimitazione di corsie o segregazione fisica tra cordoli o altre barriere fisiche) al passaggio di TPL.

Situazioni che possono interferire sulla resa delle CP riguardano:
1) soggetti autorizzati a percorrerle;
2) posizione fermate
3) incroci semaforizzati
4) altri incroci a raso
5) dimensionamento, segregazione

i) Le corsie preferenziali sono nate per consentire una elevata velocità commerciale al TPL, che in tal modo trova strada libera tra una fermata e l’altra e tra un incrocio e l’altro. Per lo stesso motivo, in via del tutto naturale, le CP sono utilizzate anche dai mezzi di soccorso. Purtroppo, in molte città italiane, le CP sono state via via aperte ad altre utenze, con il risultato che le CP risultano ormai troppo “frequentate”, con danno alla velocità del TPL e persino dei mezzi di soccorso. A Milano, per esempio, le corsie sono molto utilizzate essendo percorse legalmente da a) motociclisti; b) disabili c) NCC vari d) ora anche car sharing; e) taxi. La quantità elevata di utilizzatori non TPL è tale da creare ritardi ai semafori e alle fermate (che sono spesso in prossimità dei semafori) e di rendere in untile la preferenziazione (causa perdita del ciclo favorevole al TPL); l’alta quantità di motociclisti (tutti utenti perduti dal TPL) molto spesso origina incidenti gravi per i centauri che bloccano l’uso della preferenziale stessa (con pericolo di blocco anche per i mezzi di soccorso). A parere del forum motociclisti e disabili non dovrebbero usare le CP: i primi sono dotati di un mezzo agile nel traffico; i secondi non hanno una maggior fretta degli altri cittadini, mentre richiedono facilitazioni per gli stalli nell’origine e nella destinazione del loro viaggio. Qualche dubbio può essere sollevato anche sull’utilizzo delle CP da parte del car sharing, dato che un qualche premio a chi sceglie di viaggiare in comune con altri (cioè sul TPL) andrebbe riconosciuto; il car sharing è comunque un utilizzo più privato dell’auto anche rispetto al taxi, che sfrutta le CP.
ii) La collocazione delle fermate spesso penalizza la funzionalità delle CP. L’ubicazione preferibile per avvantaggiarsi anche dell’asservimento semaforico sarebbe subito dopo gli incroci, di modo che la vettura fa scattare il verde e supera l’incrocio anche in presenza di altri veicoli davanti e fa una singola sosta, per la fermata appunto. Invece spesso la fermata è posta prima del semaforo, cosa che rende pressochè inutilizzabile la preferenziazione e spesso costringe a subire lo stop del ciclo semaforico dopo la sosta per l’incarrozzamento; tale difetto si verifica anche per la presenza di veicoli terzi davanti al mezzo, o per l’incarrozzamento tardivo di qualche utente, che fa perdere il verde. In altri casi l’ubicazioni della fermata non è consona a consentire il raggiungimento di alte velocità di crociera, senza motivi cogenti. Un esempio si può avere a Milano nel tratto tranviario in CP di Viale Abruzzi (ora usato solo per l’accesso al deposito) ove una fermata è posizionata a metà della corsia solo in un senso di marcia, senza una ragione giustificatrice.
iii) Gli incroci semaforici sono il principale ostacolo per le CP, dato che le città italiane hanno vissuto una forsennata semaforizzazione per fronteggiare la pessima qualità di molti automobilisti e il conseguente alto numero di scontri agli incroci. Oggi si assiste ad una modesta deflazione di semafori per l’avvento delle “rotonde”, le quali, specie se di ridotte dimensioni, mal si adattano alle CP che di regola dovrebbero attraversarle diametralmente. Il problema dei semafori all’estero è da tempo superato con l’asservimento semaforico, ossia con un meccanismo che fa scattare il verde all’approssimarsi di un mezzo TPL. Innanzitutto, il buon funzionamento del sistema dipende anche dalla presenza di un numero ridotto di veicoli utenti delle CP (vedi punto i), nonché dall’ubicazione delle fermate (vedi punto ii). Il sistema va tarato in base al numero di mezzi TPL che circolano nello specifico tratto di CP (una o più linee) e ovviamente richiede una valutazione gerarchica sia dei flussi di traffico che delle linee TPL eventualmente incrociantesi. Va da sé, per esempio, che in un incrocio tra una via servita da un mezzo TPL ed una senza TPL, sia la prima a dover essere preferita, con asservimento del semaforo al TPL (è quello che non succede a Milano all’incrocio Piave/Bellotti ove il tram fa una sosta inutile in un tratto compreso tra due fermate limitrofe ad altri incroci semaforici: nell’ipotesi peggiore il tram rischia di fare la sosta per incarrozzamento + ciclo semaforico rosso, poi ciclo rosso semaforico all’incrocio con Bellotti, poi sosta per fermata e quindi altro ciclo rosso semaforico in un tratto di circa 300-400m. almeno 5’ persi su un tragitto di circa mezz’ora). Qualora si incrocino due strade con entrambe linee TPL, va data precedenza a quella con la linea più “pesante” (ad es. la linea tranviaria avrebbe la precedenza rispetto alla trasversale servita da una linea bus meno frequentata).
iv) La CP serve per far viaggiare il TPL con il minor numero di interruzioni di marcia possibile alla più alta velocità commerciale. In Italia la velocità commerciale del TPL è scarsa e quella di Milano tra le più basse d’Europa. I punti precedenti dimostrano che la CP può servire allo scopo se concepita e mantenuta acconciamente. E’ quindi ovvio che quando si traccia una CP in una città si deve prevedere di rendere impossibili attraversamenti della medesima se non in punti prestabiliti e possibilmente raccolti in coincidenza con incroci importanti. Devono quindi essere evitati attraversamenti frequenti a raso da parte di veicoli provenienti da piccole vie afferenti alla strada nella quale si trova la CP. La progettazione deve quindi prevedere il deflusso di tali veicoli fino ad un punto in cui sia per loro possibile l’inversione del senso di marcia, senza ingombrare la CP. Anche una razionalizzazione degli attraversamenti pedonali è raccomandata per le medesime ragioni.
v) La CP deve avere una larghezza sufficiente, soprattutto in curva, per consentire l’incrociarsi di veicoli anche di notevole lunghezza (si pensi ai bus da 15m oppure ai filobus tricassa presenti ad esempio in Svizzera) oltre che a consentire l’utilizzo a diversi sistemi di TPL (bus/filobus e tram). L’efficacia della CP è garantita da una segregazione fisica (cordoli /banchine), mentre la presenza di corsie meramente tratteggiate sulla carreggiata risulta spesso inefficace in quando non può prescindere da una ferrea sorveglianza da parte della vigilanza e può facilmente comportare piccoli incidenti dovuti all’interazione con i veicoli privati. In tali circostanze, poi è difficile poter sfruttare tutta la velocità commerciale potenziale del tratto di CP, proprio per la possibile interazione di veicoli privati e pedoni con la CP stessa.
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Re: AMICUS CURIAE

Postby LUCATRAMIL » Fri 06 April 2012; 12:54

Ho pensato che anzichè spedire le memorie come quella sopra rappresentata in bozza (correzioni benvenute) si potrebbe aprire un'apposita bacheca nel sito dando opportuna informazione agli Enti ai quali avremmo inteso inviare la memoria, e pubblicarvi i vari documenti, una volta ritenuti perfezionati.
Tipo:

Spettabile Ente,
Il forum "Trasporti A Milano" al quale partecipano appassionati, tecnici ed esperti in materia di trasporto pubblico segnala che nella bacheca "Documenti Amicus Curiae" è stato caricato un nuovo documento inteso a supportare le attività di amministrazione e gestione del TPL, con informazioni che si ritengono estremamente utili.
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Re: AMICUS CURIAE

Postby danny1984 » Fri 06 April 2012; 15:58

^^
l'italica burocrazia mal si concilia con un iter del genere...

O si conosce direttamente un amministratore/assessore in modo tale da spronarlo a venirsi a leggere le cose, oppure è necessario un invio/consegna formale, corredato di lettera d'accompagnamento, in modo che possa essere protocollato ed eventualmente valutato dall'Ente. Altrimenti, campa cavallo...
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Re: AMICUS CURIAE

Postby S-Bahn » Fri 06 April 2012; 16:01

Una proposta deve arrivare sul tavolo dell'amministratore pubblico, molto meglio se passando attraverso la stampa.
Finchè rimane all'interno di un forum, pur mandando in giro i link, non serve a nulla.
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Re: AMICUS CURIAE

Postby LUCATRAMIL » Thu 12 April 2012; 14:03

mi confermate i dubbi che avevo ma preferivo sentire il Vostro parere.
Direi che si può fissare un termine al 30/4 oper commenti e correzioni dopodiché un admin potrebbe spedirla.
Entro i termine si possono suggerire i destinatari
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Re: AMICUS CURIAE

Postby LUCATRAMIL » Fri 04 May 2012; 13:49

In assenza di correzioni bisognerebbe spedire la prima memoria. Nei prossimi giorni potrei non avere tempo da dedicare al forum, ma suggerisco Milano Mobilità (esiste ancora?), Atm, Assessorati Comune e Regione (io ho già cancellato le provincie), ci Vorrebbe qualcosa a Roma: Ing., proposte (Min. Trasporti, Atac)? E se ritenete a Napoli, Augusto, che dici?
Comunque una bacheca la creerei dove mettere questi elaborati.

prossimo argomento potrebbe essere sulla supremazia del tram tradizionale su altri sistemi (gommocosi, ecc.), oppure sugli errori che hanno portato la rete milanese al limite di sopravvivenza, errori da non ripetere altrove.
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Re: AMICUS CURIAE

Postby LUCATRAMIL » Fri 07 September 2012; 14:51

AMICUS CURIAE – 2 – RELAZIONE “GERARCHICA” TRA TIPOLOGIE DI MEZZI PUBBLICI.

In linea di principio, le tipologie di mezzi di trasporto pubblico sono adattabili a diversi tipi di carico.

Indiscutibilmente il BUS è più versatile, perché apparentemente svincolato da infrastrutture. Il rapporto capienza/inquinamento/consumi, tuttavia, lo rende utile, in ambito urbano, per flussi non molto elevati (piccole città, oppure come collegamento tra linee di forza), oppure su itinerari non definitivi (ad es. in aree in corso di urbanizzazione). In città, però, può richiedere un’infrastruttura costituita dalle linee preferenziali, quindi in questi casi anche il BUS richiede un’infrastruttura, come filobus e tram, sebbene ridotta ai minimi termini.
Intrinsecamente, il bus non può girare tutto il giorno, ma deve fare il pieno, poi la sua durata di servizio è attorno al decennio, se non intervengono obblighi sostitutivi esterni (come l’avvento di regole Euro X sui consumi). Inoltre, il bus è meno compatibile di un tram con zone interamente pedonali ed in genere il comfort di marcia è inferiore rispetto a quello di un tram, che ha una traslazione più lineare. Quanto all’inquinamento, il bus a gasolio disperde i gas di scarico lungo il tragitto.

Ecco perché, un mezzo apparentemente versatile, ha dei limiti che lo confinano nella gerarchia dei mezzi di trasporto nei gradini medio-bassi.

Il FILOBUS condivide con il bus i limiti correlati alla capacità, mentre consente di avere un inquinamento ridotto (confinato alla Centrale elettrica, se termica, assente se idroelettrica). Ultimamente sono nati filobus a tre casse che migliorano la capacità ma su linee con caratteristiche abbastanza particolari. Avendo l’infrastruttura del bifilare, il Filobus si presta all’uso su linee consolidate e preferibilmente dotate di corsia riservata, che può condividere con bus e tram (es. la parte moderna della circolare 90/91 di Milano). Velocità commerciale e capacità, come detto sono analoghe a quelle del bus e la presenza di mezzi con propulsore autonomo consente di superare – quando serve – il limite dell’alimentazione elettrica.
Qualcuno ritiene che il bifilare con i pali provochi un inquinamento visivo, ma con debita accortezza l’invasività può essere ridotta e si può obiettare che forse sono più inquinanti le miriadi di pali (per lampioni e pubblicità) e di cartelli stradali ridondanti, oppure che è meglio vedere un filo in più ma respirare aria più pulita.
Ecco perché il Filobus merita di condividere con il bus l’utilizzo su flussi di carico medi.

Il TRAM, è tornato nell’ultimo decennio ad essere il re del trasporto urbano e suburbano:

E si consideri che l’articolo è ormai un po’ datato. L’Italia è arrivata in ritardo ai metrò ed ora qui si ritiene che tutto possa essere risolto dal metrò, mentre il mondo ha ripensato l’uso del tram (senza per questo sostituire il metrò, che ha una sua specifica funzione).
Il rapporto capacità/economicità/inquinamento del tram è il migliore tra i mezzi di superficie ed è anche uno dei motivi per cui sono pressochè scomparsi i tram “monocassa”, grandi quanto un bus. Molte città che hanno preservato tali mezzi li hanno rapidamente accoppiati a rimorchi. Milano è tra le poche a mantenere le monocassa “ventotto” in servizio senza rimorchio. In alcune città, circolano addirittura vetture multicassa accoppiate tra loro (es. Zurigo).
Il comfort di marcia del tram è insuperabile, anche se leggermente peggiorato con l’avvento dei “ribassati totali”, per via della stretta relazione tra carrello e cassa. Se le case sospese sono lunghe e corte invece quelle con carrello, si torna molto vicini al comfort dei jumbo a carrelli degli anni ’80 e ’90, dato che la casssa portante arriva a corrispondere quasi alla “giostra Urbinati”.
Un tram percorre 3-5 milioni di km (con 1-2 revisioni intermedie) e può coprire un arco di servizio maggiore (il tram può funzionare anche 20 ore ininterrottamente), mentre un bus prima o poi deve fare il pieno.
Si può ipotizzare che un Sirio 7pz valga quanto 25-30 bus da 12m nell'arco di 30 anni, in particolare se potesse avere la possibilità di viaggiare a 15-18 km/h di velocità commerciale.
Oltre alla maggiore durata, alla migliore compatibilità ambientale, vi sono altri aspetti.
Dato che - eccetto centri storici ed aree pedonali – il tram deve godere di linee protette, anche la velocità commerciale (dato importante per il trasporto urbano) ne beneficia. In molti casi la lineea protetta va a beneficio di più linee, anche esercite con altre modalità (bus/filobus) e il costo di questa infrastruttura viene suddiviso.
L’uso di linee protette in genere consente al tram di godere di una velocità commerciale – elemento fondamentale per il successo del TPL – maggiore rispetto agli altri mezzi di superficie ed inferiore solo al metrò, anche se la preferenziazione semaforica consente di ridurre il gap. Nelle città italiane ed in particolare a Milano, i valori della velocità commerciale sono deprimenti ed in fatti sono in fondo alle classifiche europee (intorno ai 10Km/h, mentre l’azienda di Monaco sostiene di avere una velocità media di circa 20 Km/h); forse non è un caso che a Monaco si usi maggiormente il TPL, che ha appeal anche per tale rapidità di spostamento.

Un tram è compatibile con le zone pedonali ,un autobus no. I tram possono svolgere un servizio "di forza" laddove i bus sono insufficienti, ma un metrò è sovradimensionato.
I tram sono compatibili con servizi ferroviari ("tram -treno", concetto aborrito in Italia), i bus no.
Il tram consente di avere fermate leggermente più capillari rispetto a quelle di un metrò ed è comunque più immediata la fruizione, mentre il metrò richiede tempo (e, per soggetti anziani e bimbi) fatica per essere raggiunto (discesa in banchina e risalita) al punto che richiede anche scale mobili, ascensori per disabili ecc. che costituiscono in sé un aggravio del costo infrastrutturale.
La maggior velocità del metrò è spesso complessivamente compensata dalla maggior facilità di accesso del tram.
Il tram, richiedendo un’infrastruttura più consistente degli altri mezzi di superficie, è dunque adatto per linee volte a coprire alti flussi su percorsi consolidati, con una buona capillarità e con una velocità commerciale elevata. E’ importante, pertanto, che le altre linee della rete effettuino un opportuno feederaggio della linea tranviaria e i loro percorsi non finiscano invece per sottrarre utenza alla linea di forza tranviaria, proprio per il principio di economia di sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti.
L’avere linee tranviarie con vetture monocassa che magari si fatica addirittura a riempire, significa che qualcosa non funziona nella razionlizzazione gerarchica delle linee e che bisogna rivedere i tracciati delle linee ancellari a quelle tranviarie.
A Milano vi sono esempi di situazioni in cui la mancanza di una coscienza dei livelli gerarchici dei vari mezzi di trasporto descritti in questa memoria (e una scarsa attenzione allo sfruttamento delle infrastrutture9 ha determinato una scorretta pianificazione dei percorsi di bus rispetto a linee tranviarie, di modo che anziché apportare utenti al tram, i bus hanno finito per sottrarre utenza e decretare la soppressione del servizio tranviario laddove avrebbe potuto continuare ad esistere (tra gli altri: linea 33, i cui binari e relativo sottofondo sono stati rifatti con le tecniche più moderne nel 2006!).
Infine, va anche considerato che una linea tranviaria identifica maggiormente un servizio di trasporto.

Una parentesi merita un mezzo di origine francese ma che ha avuto miglior fortuna in Italia, ossia il Translohr, dal nome del produttore che ha brevettato il sistema di guida vincolata ad una rotaia che guida, appunto un veicolo gommato di foggia simile ad un jumbo-tram moderno. Da un forum francese (quindi non propriamente oggettivo) si legge che la manutenzione di un veicolo Translohr costa 1,40€/km contro 0,90€ di un tram. Nel complesso il sistema funziona meglio del simile TVR, anche se costa più di una tranvia pur non avendo nessun vantaggio. Considerato che la tecnologia è brevettata, i pezzi di ricambio saranno costosi sino alla scadenza del brevetto e per di più ora il produttore è in fallimento, data la poca fortuna del sistema (che non ha impedito a Latina di sceglierlo in tempi successivi rispetto a Padova e Venezia).Ammesso di trovare qualcuno che fornisca veicoli e pezzi di ricambio nuovi, e ammesso di avere molti soldi, il sistema potrebbe andare avanti all'infinito (al contrario del TVR, che Caen demolirà dopo circa 10 anni di disservizio). Ultimamente, sono stati provati anche mezzi impropriamente chiamati dalla stampa “tram” che consistono in realtà in mezzi filoviari con guida ottica o magnetica (Civis/Phileas).

METRO’

La metropolitana è il mezzo pubblico su ferro che consente di trasportare con un ottimo rapporto velocità/quantità flussi di passeggeri assai importanti, essendo sostanzialmente un treno urbano. In sostanza, il Metrò serve ove una tranvia non riesce ad arrivare in termini quantitativi. Essendo nati in tempi recenti sistemi a guida automatica con minore capacità, oggi si usa distinguere tra Metrò pesante (MP) e metrò leggero (ML). Il MP può costituire l’ossatura portante di una rete urbana di città medio-grandi.
Esso è preferibilmente sotterraneo, con un costo elevatissimo rispetto agli altri mezzi di superficie, dato che laddove viene portato in superficie od in viadotto, si registrano problemi di barriere architettoniche e di inquinamento sonoro.
Per le sue caratteristiche, è un mezzo idoneo agli spostamenti a medio/lungo raggio tra suburbio e centro città o da un capo all’altro della medesima; infatti la distanza delle fermate e la necessità di scendere e salire nelle stazioni sotterranee ne limita la comodità per chi ha difficoltà motorie anche momentanee: anziani, bimbi, borse della spesa, valigie ecc., mentre i mezzi di superficie sono molto più fruibili per tratte brevi.
Da annoverare tra gli elevati costi connessi al MP anche i tempi di cantierizzazione, ossia il disturbo arrecato alla città in fase di realizzazione, che spesso dura parecchi anni, comunque molto maggiore rispetto all’infrastruttura richiesta da tram e filobus. Anche la gestione e la manutenzione hanno costi elevati, che possono essere giustificati solo dal vantaggio di spostare grandi flussi fuori dalla portata anche di una moderna metrotranvia.
Il ML presenta costi e difficoltà di realizzazione sostanzialmente analoghi al MP, verso una capacità di trasporto generalmente inferiore sia per le minori dimensioni dei veicoli stessi, che per la composizione dei treni, ridotta rispetto alle 6 carrozze del MP. L’unico vantaggio evidente rispetto al MP consisterebbe nell’assenza di personale viaggiante, ma occorre valutare se gli apparati di controllo e la manutenzione non abbiano costi maggiori. I flussi di un ML possono essere alla portata di una metrotranvia ben gestita (jumbo tram, preferenziazione, alta velocità commerciale, sede propria, fermate ben distribuite) con costi di realizzazione e manutenzione inferiori. Gli unici vantaggi rispetto al tram sembrerebbero essere costituiti solo da una maggiore velocità commerciale (differenza ridotta per una metrotranvia ben architettata) e dall’assenza di personale viaggiante.
In ogni caso il Metrò richiede un’efficiente rete di superficie con due funzioni: trasferimento capillare dell’utenza nelle zone non servite dal metrò e feederaggio del medesimo, per evitare che l’investimento non sia spropositato rispetto ai carichi.


Su tutto, però, in Italia aleggia una posizione di “politica urbanistica” che è trasversale alla “politica2 istituzionale, ossia non ha bandiera ed è purtroppo seguita da tutti gli schieramenti. Non si ritiene sia a favore di questa o quella casa automobilistica, ma semplicemente a favore dell’auto in quanto tale e questa impostazione decreta l’incondizionato favore verso il BUS, il quale, oltre ad essere “quasi un’auto” è quello che ne disturba poco la circolazione, basta non costruire le corsie preferenziali, oppure deviare la linea appena sorge il minimo problema. La stessa impostazione di favore per l’auto penalizza fortemente la velocità commerciale dei mezzi pubblici di superficie e questo si ripercuote sull’appeal che il TPL ha sul pubblico, abituato a veder arrancare i mezzi in mezzo al traffico. Essa è la causa per la ridotta presenza di corsie preferenziali, strade pedonalizzate o pedonal-tranviarie, semafori asserviti al mezzo pubblico, tutti elementi che all’estero concorrono al successo del tram. Addirittura alcune aziende scelgono ove ubicare la sede in base alla presenza o futura costruzione di linee tranviarie (mentre a Milano la linea del nuovo quartiere di S.Giulia sembra finita nel dimenticatoio).
Il favore per l’auto è in realtà dietro anche al favore per il metrò, per il quale, non solo si progettano linee (anche in piccole città) indispensabili, ma anche linee ridondanti o superflue o che sono sovradimensionate vuoi per i flussi ragionevolmente attesi, vuoi per la capacità di spesa, in un periodo di crisi come questo.
Infatti il costosissimo metrò, ha il pregio di non disturbare, una volta a regime, la circolazione delle auto (in realtà ne disturba anche per anni la circolazione durante la costruzione: a Milano dagli anni ’60 ci sono perennemente cantieri aperti per il metrò, quindi in questo cinquantennio il beneficio non è stato al 100%). Una volta completato è molto difficile ottenere la creazione di zone pedonali (come avvenuto a Milano)
Dato che tutto lo spazio viene elargito alle auto.
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