Bisogna vedere quale chiesa cristiana, di quale periodo storico: com'è noto, la chiesa va dietro anche alle tensioni ideali e materiali dei rispettivi periodi storici.
L'esempio dei monasteri medievali è interessante: però, non rappresenta probabilmente una vera parità tra i sessi, ma piuttosto un'organizzazione separata e forzata delle cose; comunque, monaci e suore non potevano e non possono interagire del tutto liberamente tra di loro e con la società, e restano in sostanza limitati a dei ruoli predefiniti e spesso dogmatici (vedi anche i preti ed il clero in generale, fino ai livelli più "alti" della gerarchia).
In effetti, Cristo fu un riformatore un po' "triste" e troppo passivo, in un certo senso: infatti, alcuni dogmi religiosi antichi non sono mai stati del tutto superati, nonostante il cristianesimo sia di gran lunga una religione migliore, più aperta e più umana dei totalitarismi musulmani od ebraici, per esempio (religioni poi che, assurdamente, ancora praticano mutilazioni genitali rituali a donne e/o bambini maschi: un primitivismo cruento che dovrebbe essere bandito a livello internazionale, come del resto già fecero gli antichi romani).
In sostanza, la chiesa cristiana è davvero il male minore, nel delirante scenario neofondamentalista - vedi mancanza di senso e di futuro - che purtroppo si sta delineando in certe parti "oppresse" del mondo.
Poi, se si modernizza la società, come dicevo prima, si modernizza anche la chiesa, visto che rappresenta una religione comunque parzialmente positiva e parzialmente libera (soprattutto nelle chiese protestanti, poi), e quindi ulteriormente liberabile, per così dire.
Poi, personalmente rimarrei sempre un agnostico alquanto anticlericale, ovviamente...
P.S.: Anticlericale nel senso dell'istituzione clero (dogmatica), non delle singole persone.