Codacons wrote: ATM A GIUDIZIO: ACCOLTO ESPOSTO DEL CODACONS
I RUMORI DELLA METROPOLITANA FINISCONO DAVANTI AL GIUDICE
A PROCESSO ANCHE LA PROIEZIONE DI FILMATI PUBBLICITARI
Il Pubblico Ministero Dr. Giulio Benedetti ha accolto l’esposto del Codacons, rinviando a giudizio, davanti al tribunale monocratico di Milano, Roberto Massetti, che all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di legale rappresentante dell’impresa Azienda Tramviaria Milanese spa..
Tutto parte da un esposto del Codacons del 2006, nel quale l’associazione di consumatori, tra le altre cose, evidenziava anche i dati di una ricerca effettuata dallo Studio di Ingegneria Acustica e Vibrazioni di Milano, secondo i quali sulla metropolitana milanese tra S. Donato e Duomo si toccava il picco record di 111,1 dB, in pratica più dei decibel di una motosega o di un trapano. Allarmanti anche i dati di altre tratte: Maciachini e S. Donato 108,6; Abbiategrasso e C.na Gobba 108,1; Duomo e Maciachini 108,0; C.na Gobba e Loreto 103,5; Cadorna e Abbiategrasso 102,3; Cadorna e Buonarroti 101,2.
Il Pubblico Ministero ha concluso le indagini preliminari disponendo la citazione di Roberto Massetti, imputato “dei reati previsti e puniti dagli articoli 81 capoverso, 61, comma primo n. 3), 659, primo comma, c.p. in relazione al D.P.C.M. 14/11/1997 perchè, compiendo più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante dell’impresa Aziena Tamviaria Milanese spa (…) mediante la produzione delle seguenti emissioni rumorose:
- emissioni rumorose prodotte dalla circolazione di convogli della linea metropolitana nel tratto non interrato della linea 2 verde nei luoghi siti in via Palmanova (a nord), in via Don Giovanni Calabria, in via Civitavecchia e in via Rizzoli;
- emissioni rumorose provocate dall’uscita e dall’ingresso dei veicoli di trasporto di superficie nei depositi di rimessaggio ATM spa (all’interno dei depositi Palmanova, Sarca, Giambellino, Messina, Molise, Novara, Lodovica) (…);
- emissioni rumorose provocate dalla proiezione di audio filmati pubblicitari sonori trasmessi presso le banchine delle stazioni delle linee metropolitane 1,2,3;
-emissioni rumorose causate dalla circolazione dei convogli delle linee metropolitane 1,2,3 ed immesse all’interno della carrozze contenenti i passeggeri (…)’.
“L’inquinamento acustico è un problema serio. I rumori molesti non sono solo un semplice fastidio ma sono fonte di stress, disturbi del sonno, ansia, ore di lavoro perse, calo delle difese immunitarie, creano disturbi di apprendimento, specie nei bambini, oltre a numerose altre patologie’ ha dichiarato Marco Donzelli, presidente del Codacons. “I decibel in eccesso, poi, possono provocare anche traumi da rumore, che dipendono non solo dal livello di intensità del suono ma anche dalla sua durata. Un suono alto ma breve può essere meno pericolo di un suono più basso ma più prolungato. La durata dell’esposizione è un parametro importante da valutare e, quindi, determinante nel caso della metropolitana, percorsa ogni giorno dai pendolari per almeno due volte al giorno, se non quattro, spesso per più di 30 minuti’ ha proseguito Marco Donzelli, presidente del Codacons.
“Consideriamo importante, inoltre, che il Pubblico Ministero abbia preso in considerazione anche i filmati pubblicitari. Disturbare i consumatori anche durante l’attesa del convoglio con pubblicità ad alto volume è un segno dei tempi che non ci piace. Non vogliamo che Milano si trasformi nella Los Angeles di Blade Runner’ ha concluso Donzelli.
linea 91 wrote:si lamentano della rossa e della verde ??? ma se sono silenziosissime
mai provato a prendere la M3 ??? quella si che è assordante
IL CASO
Atm, il Comune prende 70 milioni per tappare i buchi del bilancio
Le riserve dell'azienda dei trasporti utilizzate per rianimare le casse di Palazzo marino. L'assessore Beretta: "Le municipalizzate diano il loro contributo" Catania: "Risorse ok per il 2011, poi si vedrà"
di STEFANO ROSSI
Settanta milioni in pochi mesi. A tanto ammonta il contributo di Atm alle casse sempre più esangui del Comune. Il prelievo dall’azienda di trasporto pubblico sarà eseguito in due fasi: la prima prevede che Atm versi subito 20 milioni per l’assestamento di bilancio. Dopo che i revisori dei conti hanno contestato i conti del 2010, sottolineando l’incertezza di 60 milioni di entrate inizialmente previste, il Consiglio comunale è corso ai ripari l’altro ieri, deliberando 40 milioni di tagli alle spese e 20 milioni di introiti sicuri. Questi ultimi, appunto, verranno dall’Atm.
La seconda fase, nella prossima primavera, è imputata al bilancio previsionale. Si tratta di 50 milioni, per un totale appunto di 70 (e altri 60 sono stati prelevati lo scorso anno), necessari per far quadrare i conti del Comune nel 2011. «In un momento di difficoltà — ha detto l’assessore al Bilancio, Giacomo Beretta — le partecipate devono dare il loro contributo». Fra esse c’è anche la Sea, cui il Comune chiede 160 milioni sul bilancio 2011. Anche i 20 milioni dell’assestamento dovevano provenire dalle casse della società aeroportuale ma Palazzo Marino ha cambiato rotta, forse valutando l’inopportunità di mungere oltre un certo limite un’azienda che ha mandato i dipendenti in cassa integrazione. Atm è stata anche colpita dai risparmi dell’assestamento. Il Comune le sottrae infatti 700mila euro alla voce «integrazione alle spese di gestione di parchimetri e parcheggi di corrispondenza». Cioè le spese necessarie a gestire i posteggi che dovrebbero, a loro volta, garantire introiti.
Atm è una società sana, con un indebitamento modesto rispetto a un patrimonio netto attorno al miliardo di euro. Il patrimonio netto include le riserve straordinarie: ed è proprio dalle riserve, vale a dire da utili non distribuiti, che il Comune andrebbe ad attingere. In altre parole, Atm è anche in grado di fare utili ma non è una gallina dalle uova d’oro come la Sea, che con i cosiddetti «diritti di toccata» su atterraggi e decolli ha entrate certe e cospicue. Con i biglietti, vale a dire con i clienti, Atm copre poco meno di metà delle sue necessità. Il bilancio si raddrizza grazie ai ricchi contributi della Regione (che li riceve dallo Stato) e a una ripartizione molto generosa con Milano. Atm copre infatti il 40 per cento dei chilometri dei bus regionali ma ottiene il 60 per cento dei contributi.
La sopravvivenza è garantita da una domanda di trasporto forte e concentrata e da un trattamento di riguardo: per esempio, nel sistema Sitam di tariffazione integrata, Atm vanta una ripartizione degli incassi più favorevole rispetto agli operatori privati. E può permettersi di gestire solo le linee extraurbane più ricche, malgrado il 43 per cento della mobilità dei pendolari sia da hinterland a hinterland. Non esiste infatti un’autorità amministrativa (come la città metropolitana) con una politica dei trasporti che valichi la cinta daziaria milanese.
Insomma, Atm è una società sovvenzionata dallo Stato, come tutte le aziende di trasporto pubblico del mondo. Ecco perché accoglierà con sollievo la notizia che i tagli del governo al trasporto locale sono rientrati dopo una lunga trattativa in conferenza Stato-Regioni. Ma solo per un anno. Il presidente Elio Catania del resto l’ha chiarito: «Il Comune assicura investimenti, risorse e contributi per mantenere servizi come oggi per il 2011. Per il 2012 e 2013 si vedrà». Futuro incerto, insomma, ma il salvadanaio della società è stato rotto lo stesso.
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