Ferrovie interrate e stazioni lontane uccidono il treno
Gentile Direttore,
scrivo a proposito della nuova galleria ferroviaria di Castellanza, importante opera che sta sollevando diverse opinioni contrastanti. Da aspirante pianificatore urbanistico e dei trasporti, vorrei provare a fare un’analisi oggettiva della situazione.
Quest’opera è stata realizzata per raddoppiare la ferrovia Saronno-Malpensa consentendo quindi un aumento delle corse e della regolarità di esercizio. In futuro tale tratta ferroviaria dovrebbe essere anche parte della gronda merci nord (Novara-Saronno-Seregno-Carnate-Dalmine) che sgraverà il congestionato nodo di Milano da parte del traffico merci. Con queste prospettive è quindi giustificato il raddoppio della tratta, ma è stato a mio avviso mal pensata la variante di Castellata poi realizzata.
Come da “buona” tradizione italiana, infatti, tutto ciò che corre su ferro è ritenuto un ostacolo e va eliminato, e così anche in questo caso sono state fatte moltissime pressioni per interrare la ferrovia pur di non avere il treno che “rumorosamente” attraversa il paese (ma fa poi così tanto rumore un treno passeggeri?) e in questo modo poter eliminare i passaggi a livello che così tante automobili hanno rallentato. Pur di ottenere questo si è rinunciato ad avere una comoda stazione in posizione centrale rispetto alla cittadina. Tutti auspicano uno sviluppo ed una mobilità sostenibile, ma ancora una volta è stata scelta la via opposta: i mezzi pubblici andrebbero resi realmente fruibili e convenienti per i cittadini, mentre allontanare una stazione dal centro abitato non può che generare l’effetto opposto.
Di situazioni simili in Italia se ne stanno verificando molte, purtroppo. Fra tutti spicca il caso del raddoppio della ferrovia Savona-Ventimiglia (tratta senz’altro da raddoppiare) che diventerà, e in alcune tratte lo è già, una nuova linea veloce, ma con stazioni che sono vere e proprie cattedrali nel deserto, lontane dai popolosi e turistici paesi della riviera e di fatto poco fruibili dalla popolazione. A proposito di varianti ferroviarie, infatti, non sorprende l’intervento del Presidente Burlando (che avete anche voi pubblicato).
Ritornando nel merito dell’intervento lombardo, si era giustamente pensato di mantenere in esercizio la tratta storica di superficie, ad uso dei treni con fermata a Castellanza Centro, mentre i treni diretti per Malpensa e i merci avrebbero percorso la nuova galleria. Scartata questa ipotesi dal Comune, si è deciso di istituire un servizio bus navetta fra le due stazioni, con orari mal studiati (solo ore di punta, solo giorni feriali) e senza fermate intermedie, così che i cittadini che vogliono prendere il treno devono comunque raggiungere la vecchia stazione, ma un quarto d’ora prima rispetto ai “vecchi tempi”, per prendere l’autobus che li porterà ad una desolata stazione, decentrata e ancora cantierizzata. In questa situazione, quante persone saranno costrette a non scegliere il treno e a contribuire all’intasamento delle strade con il proprio mezzo privato?
Riassumendo si può dire che sono stati spesi 150 milioni di Euro per realizzare un’opera con diversi anni di ritardo e allungare di mezz’ora ogni viaggio di andata e ritorno da Castellanza, risultati su cui rifletterei molto prima di basarci una campagna elettorale.
10/02/2010 GABRIELE VENDITTI – VARESE
http://www3.varesenews.it/comunita/lett ... ?id=164037
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