by S-Bahn » Fri 23 July 2010; 23:41
Le vetture a carrelli, dalla 1500 alla 4900 a differenza dei veicoli con carrozzette solidali col carrello, in qualche modo emulano un mini-raccordo di lunghezza pari a circa il passo del carrello.
Infatti quando il primo asse incontra la curva il carrello inizia quasi istantaneamente a ruotare e il perno del carrello inizia a traslare verso l'interno della curva, ma con una certa gradualità.
Praticamente per il centro del carrello il raggio di curvatura va a regime quando entrambi gli assili sono in curva, e ovvero per fare questo ci sono circa due metri di spazio, una sorta di mini-raccordo virtuale pari al passo del carrello.
Non è finita, perchè stiamo parlando dell'entrata in curva del perno del carrello e non di tutta la cassa.
Infatti mentre avviene l'ingresso in curva del primo carrello, il secondo si trova ancora in rettilineo e la completa entrata in curva di tutta la cassa del tram avviene solo anche quando il secondo carrello è perfettamente inserito in curva.
Con le vetturette di Sirio ed Eurotram questo non avviene. La vetturetta si becca tutta la botta secca dell'entrata in curva del bordino della prima ruota, che non viene in alcuno modo mediata né dalla rotazione graduale del carrello (che è tutt'uno col pianale) né dall'appoggio su due carrelli, anche se mi pare che sui Siro sia poi stata introdotta la possibilità di una minima rotazione del carrello, ma è niente rispetto ad una rotazione libera di molti gradi delle vetture "tradizionali".
Chi ha progettato questo genere di tram, ma molto di più chi ha deciso di impiegarli su una rete del genere senza fare modifiche, ha mai fatto seriamente un ragionamento di questo tipo? Non evidentemente.
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
indipendentemente da come finirà
Václav Havel