Apro questo nuovo argomento, perchè stamattina ho letto questa bellissima lettera sulla pagina Lineadiretta curata da ATM su City, che a mio parere rappresenta un messaggio assolutamente educativo di civiltà, che andrebbe fatto leggere a tutti i cittadini, non solo agli utenti del servizio, ma soprattutto a chi utente non è, e ritenendo ne meriti la più ampia pubblicazione, spero si possa trovare un modo per diffonderlo il più possibile. Un sentito ringraziamento all'autore.
Giù le mani
dai tram
ci salvano
i polmoni
È un amore finito. C’era una volta il
tram di Milano. Ora c’è il tram che a
Milano va a sbattere: un giorno perché
uno scambio (uno su oltre 400) fa le bizze;
il giorno dopo perché nevica e l’altro
ancora perché un’automobile taglia la
strada.
L’elenco dei tram coinvolti in incidenti
è lungo come l’elenco dei piccoli
tamponamenti che ogni giorno si verificano
in città. Ma la maggior parte delle
volte il tram è una vittima. Gli esperti
automobilisti che viaggiano da soli in
wagon dimenticano che non può svoltare
liberamente; che ha la precedenza su tutti
gli altri veicoli e che, infine, trasporta
un mucchio di gente e non emette nessun
tipo di inquinamento. Pregi che lo rendono
ostico a chi pretende di muoversi
con tonnellate di lamiera in un contesto
urbanistico costruito per le carrozze e i
cavalli.
Il tram per Milano è un pezzo di storia;
il tram per la città dell’economia è una
risorsa unica, che costa poco e che, in
un contesto di azioni, può essere il vero
protagonista della battaglia contro la
mal’aria. Eppure il tram sta morendo.
Gli automobilisti lo odiano: occupa spazio
prezioso, si ferma “stupidamente”
ogni 250-300 metri e in più, se mantenuto
bene, ha una vita lunga come quella di
un uomo. Non è un caso infatti che proprio
a Milano in molti ogni giorno vanno
al lavoro su mezzi immatricolati nel lontanissimo
1928. Avete mai visto qualcuno
che compra un’automobile nel 1928
e che poi ci va a spasso per 80 anni? Il
miracolo anticrisi lo fa solo il tram.
Riflettiamo insieme. A leggere le attente
cronache quotidiane, i tram sembrano
diventati il pericolo pubblico numero 1.
È un triste destino. I cugini che lo hanno
mandato in pensione in altre città,
gli autobus, sono lì a sbuffare gasolio e
a contendersi il primato di chi inquina
meno, ricorrendo ad ogni espediente pur
di assomigliare al tram, mentre Carrelli
e Sirietto (che di puzza ne fanno zero)
cercano di sopravvivere alla perversione
mediatica che vorrebbe controlli con
i carri armato sugli scarichi delle auto
e gli stessi carri armati poco dopo a togliere
dall’asfalto binari e scambi. Nel
delirio antitram, non si leva neanche una
voce che dica con coraggio: via le auto
dalle strade e spazio ai tram. Che dica
insomma una volta per tutte: giù le mani
dai tram. Non toglieteci l’unica risorsa
per muoverci senza riempire i polmoni di
sporcizia.
(Ugo Strinati)
http://www.atm-mi.it/NR/rdonlyres/A46DF ... 2marzo.pdf