trambvs wrote:Il fatto è che i problema di congestione che hai sollevato, vero e risolvibile, non sono imputabili alle vetture stesse! La soluzione non sta nel togliere dal servizio i mezzi più capienti, ma nell'asservire i semafori e preferenzializzare i percorsi...
Stadtbahn wrote:Tanto per chiarire l'equivoco dei tram lunghi in centro.
Con questa definizione un po' semplicistica si intende dire sostanzialmente che non si vogliono più gli ingorghi nella zona Orefici-Cordusio. E infatti 3 e 14 sono le linee su cui si cerca di introdurre le 7500 al posto delle 7100. Il problema più sentito è quello dell'occupazione, da parte della coda delle 7100, del passaggio pedonale di fronte a via Mercanti.
L'assurdità vera sta nel fatto che questo piccolo problema, che obiettivamente esiste, potrebbe essere risolto semplicemente SPEGNENDO il semaforo di piazza Cordusio, e invece si è andati a tirare a mano che i tram sono troppo lunghi e vanno tolti dal centro. Come dire: non è la manica della giacca a essere troppo corta, è il braccio che è troppo lungo. Tagliamolo
«Ventotto», i tram che sfidano il tempo Le carrozze storiche sopravvivono benissimo. E l'ingombro di certi jumbo è poco adatto alla città
Caro Schiavi, voglio parlare di un argomento d'attualità partendo da un particolare: l'idea Atm di ridare ai tram «1500», detti anche «Ventotto», la loro coloritura originaria, è simpatica, anche se i veri colori non erano giallo e bianco, ma nocciola chiaro e crema (dopo venne il verde fascista). C'è però un errore, non solo estetico ma funzionale, che varrebbe la pena di correggere, verificabile dalle foto che proprio Atm espone nelle vetture ridipinte: sui lati anteriori, posteriore e laterale destro, è stata verniciata di scuro la sbarra orizzontale, rendendola praticamente invisibile e facendo sparire un aspetto della fisionomia tipica e storica «americana» di questi tram, copiati (numeri compresi) dagli statunitensi Peter Witt e presentati a Milano in avanguardia europea. Inoltre, per un fenomeno ottico che credo i grafici conoscano, le scritte di linea e i numeri privi di quella sottolineatura risultano meno leggibili (facile correggere con un po' di vernice chiara). Ne vale la pena, anche perché questi tram sono diventati un'attrattiva turistica di Milano (vedi cartoline). Sarebbe decente sostituire le velette di linea, diventate spesso indecorosi rottami. E si dovrebbe ritentare di applicare la frenatura elettrica (con la tecnica odierna dovrebbe essere possibile). È chiaro che, malgrado la loro età quasi ottantenne, le «Ventotto» sono validissime e utilissime: non si guastano mai, e al contrario degli infelici, complicati, ingombranti Sirio, hanno dimensioni adatte alla città. Del resto, a Lisbona hanno restaurato e usano i tram del 1908. E in California hanno comprato e usano le nostre vecchie vetture.
Alfredo Mandelli
Caro Mandelli, i tram tipo 1928 sopravvivono benissimo all'invecchiamento e fa bene un utente preciso come lei a richiamare l'Atm al rispetto dei colori originali, che molti milanesi ricorderanno. Quanto agli incidenti e ai Sirio, ricordiamo che dopo l'appalto di 116 mezzi (costato circa 3 miliardi di vecchie lire al pezzo) sono stati tagliati dall'azienda tranviaria 700 addetti alle riparazioni. Molti incidenti hanno a che fare con gli scambi e con i freni, non sono solo disattenzioni. E l'ingombro di certi jumbo, tram o bus che siano, è poco adatto alle strade cittadine. Anch'io tifo per i «Ventotto».
Giangiacomo Schiavi
24 ottobre 2008
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