Coccodrillo wrote:1) l'ebraismo in Israele ha più forza del cattolicesimo in Italia; ma posso farti un esempio simile in Europa: la linea secondaria Yverdon-Sainte Croix è stata interamente finanziata da un uomo cattolicissimo che ha preteso che per i primi 25 anni non circolassero treni la domenica, e così è stato
2) per ogni fazione l'occupante è l'altra (ma i palestinesi sono li da più tempo)
1) Sarebbe interessante conoscere la motivazione del non funzionamento dei mezzi pubblici. Se per motivi religiosi gli ebrei osservanti non possono viaggiare il sabato (e la giornata ebraica va da tramonto a tramonto, quindi da venerdi sera) non si spiega il motivo dell'estensione del divieto a tutti, essendo Israele almeno formalmente stato laico. A meno che si voglia considerare il punto di vista dell'eventuale ferroviere o tranviere ebreo osservante (a proposito, qual è la percentuale di ebrei osservanti in Israele?).
Da questo punto di vista le soluzioni europee dimostrano una maggiore laicità e rispetto di chi non è seguace della religione professata dalla maggior parte della popolazione (in Europa, di chi non è cristiano), e Israele si dimostra uno stato poco laico. Salvo eccezioni marginali come quella citata da Coccodrillo (o come le FSE, dove comunque sono sicuro che non si tratta di motivi religiosi), la domenica (festa cristiana, ma adottata convenzionalmente come giorno di riposo anche da chi cristiano non è, se non altro per rendere più semplice l'organizzazione dei luoghi di lavoro e della vita sociale. Tant'è che tentativi come quello della rivoluzione francese o della russia leninista di abolire la settimana sono falliti) i mezzi pubblici vanno, come ovviamente sono attivi gli ospedali, lavorano le forze dell'ordine, e (in ossequio al fatto che la domenica non è solo "preghiera e ringraziamento" ma anche "riposo e divertimento") bar, ristoranti, impianti sportivi, cinema, teatri e quant'altro permette a chi lavora durante la settimana di svagarsi e divertirsi la domenica
E' curioso notare come negli ultimi anni a questa tendenza si sia aggiunta anche quella di aprire la domenica i centri commerciali, quasi fossero luoghi di svago alla pari di quelli citati sopra. E ancora più curioso notare come (da parte dei lavoratori dei centri sociali stessi) le opposizioni del sindacato tradizionalmente "cristiano" siano state flebbili, mentre quelle più forti (in nome del diritto dei lavoratori di avere il giorno di riposo insieme ai lavoratori degli altri settori, per passare la domenica in famiglia o con gli amici) siano venute da quello che storicamente in passato si qualificava come "ateo e materialista".
2) Il "c'eravamo prima noi" (oltre a rischiare di essere controproducente: un ebreo potrebbe rispondere che gli ebrei vivono in Palestina da circa tre millenni, mentre i palestinesi di cultura e lingua araba dovrebbero risalire all'espansione araba di circa millecinquecento anni fa) è sostanzialmente sbagliato: oggi in parte della Palestina esiste uno Stato d'Israele i cui cittadini non possono essere considerati colpevoli per le colpe dei loro nonni sessanta anni fa, e le cui legittime esigenze di vivere in pace con i propri vicini devono essere soddisfatte (ovviamente insieme alle altrettanto legittime esigenze dei palestinesi di avere indipendenza pace e libertà). Altrimenti, alla stessa stregua, i croati di Fiume e Zara o gli sloveni di Capodistria dovrebbero far posto ai discendenti dei profughi italiani che abbandonarono quelle terre dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale circa sessant'anni fa. O i polacchi della Slesia e della Pomerania e i russi della Prussia Orientale dovrebbero fare lo stesso per restituire quelle terre ai tedeschi che c'erano "prima di loro"