S-Bahn wrote:EB 740-02 wrote: Ma la sai anche tu la differenza che c'è con un individuo, tanto o poco sviluppato che sia, solo che la neghi.
Nego che tale differenza biologica debba portare a differenze dal punto di vista legislativo, perché è praticamente irrilevante per quanto riguarada la potenzialità di sviluppo di un individuo.
Quando avremo raggiunto uno sviluppo tecnologico tale da rendere possibile ad un ovulo fecondato da 10^-10 secondi di sopravvivere e svilupparsi anche al di fuori dell'utero materno, allora sarà necessario impedire che possa essere distrutto. Finché le sue probabilità di sopravvivenza sono nulle, esso non può che essere considerato appendice del corpo materno. Se poi aggiungiamo che tutte le caratteristiche proprie di un individuo sono in esso soltanto in potenza, otteniamo che la differenza dal punto di vista biologico non si traduce in alcuna differenza dal punto di vista sostanziale.
Alla fine suppongo che tutti qui siamo d'accordo sul non abortire feti che si possano considerare individui formati. Il punto rimane cosa possiamo considerare individuo dal punto di vista giuridico e di diritto e cosa invece non sia tale.
Non credo tuttavia che si possa trovare un punto di sintesi tra chi dice che i diritti iniziano al concepimento e chi dice che iniziano con un'adeguata possibilità di sopravvivenza autonoma.
A margine: mi associo alle domande che ha posto qui sopra skeggia65, le risposte alle quali potrebbero ben chiarire quanto margine c'è per giungere ad una conclusione unanime, come auspicato da Trullo.