Provo a riassumere un po' il senso di questo topic partito con i treni dell'Emilia e finito, anche per colpa mia, almeno parzialmente OT.
A fronte di un articolo di impronta ottimistica
http://www.ecodallecitta.it/notizie/388 ... e-e-locale invitavo in modo forse troppo negativo e disincantato alla prudenza sul fatto che consegnare una rete secondaria nelle mani di RFI fosse senza alcun dubbio un buon affare in mancanza di vincoli molto stringenti sul mantenimento dell'infrastruttura (vincoli che magari -spero- ci sono nel patto, ma non ci giurerei).
RFI infatti sistematicamente opera azioni, giuste o sbagliate che siano, volte a risparmiare sulla manutenzione. Dal togliere raddoppi d'incrocio, al chiudere linee definite secondarie al togliere precedenze e comunicazioni tra pari e dispari anche sulle dorsali fondamentali come la Milano-Chiasso.
Idem non brilla in lucidità nelle priorità degli interventi. Per esempio aggiunge il terzo sottopassaggio di stazione dove ce ne suono due larghi e sulla stessa linea a 10 Km di distanza non aggiunge il secondo sottopassaggio all'unico esistente stretto e congestionato...
Inoltre l'articolo dava l'idea di un nuovo rinascimento del TPL facendo finta di non sapere che invece dalle spending review del 2008 tutti i governi (certamente non solo l'ultimo) hanno ridotto le risorse per il TPL e quando le hanno erogate c'è stata sempre incertezza sul quanto e sul quando rendendo impossibile una decente programmazione.
Poi le regioni ci hanno messo del loro, chi per tappare i buchi (poche) e chi per prendere l'occasione per tagliare e chiudere.
Poi c'è il caso della gomma che, dipendendo in larga misura dai bilanci delle province, ha subito tagli molto pesanti in quanto le province da presunto ente inutile sono state quasi "sollevate" dall'avere un bilancio ma non "sollevate" dall'erogare servizi.
Comunque sia l'atteggiamento complessivo verso il TPL è stato mediamente di disimpegno e di riduzione di risorse.
Può essere stata forse una azione necessaria a tenere in piedi la baracca, ma non diciamo che si è lavorato per potenziare il TPL quando (quasi) tutti quanti hanno fatto l'opposto.
Tutto questo, nonostante una sostenuta domanda, alla fine ha causato cali di utenza. Ho sparato un 30% perché avevo in mente questa cifra dal rapporto Pendolaria. Cifra che non è vera su tutto il territorio nazionale ma è verissima in alcune realtà (Campania e Lazio per il ferro).
Con Pendolaria si è introdotta anche la questione AV, che solo in parte c'entra e che ci ha portato fino a qui.
Questo non per polemizzare ma giusto per fare il punto del percorso da TPER ad AV