da il cittadino
Il Gatto Arturo e le porte della Svizzera
Feb
10
2014
Buongiorno,
fin da quando ero bimbetto, varcando il confine con la Svizzera, con la Confederazione Elvetica, con il Canton Ticino, insomma... bastava arrivare a Chiasso perché mi sentissi parte di un mondo altro che, all'epoca, mi sembrava tutto un rutilare di cioccolato, tabaccai, banche e... orologi a cucù. Tutto uguale all'Italia, ma tutto diverso, a iniziare dalle micro (e macro) differenze linguistiche, agli orari che mi sembravano assurdi (un Paese che chiude alle 17?)... Perfino i prodotti di uso comune ce la mettevano tutta per farti sentire la loro alterità.
No Ovomaltina, ma OvomaltinE. No Mastro Lindo, ma Meister Proper, e così via. Però la tele era a colori quando da noi era ancora in bianco e nero e i cartoni di Scacciapensieri erano più belli di quelli della Tv dei ragazzi. Soprattutto loro avevano il mio prediletto Gatto Arturo per il quale provavo una sorta di sacrale venerazione.
Ma da ieri tutto è cambiato: il Gatto Arturo non mi vuole. Il Gatto Arturo mi odia e mi disprezza. Il Gatto Arturo mi vede come una sanguisuga, che sfrutta tutte le comodità elvetiche, che va lì, si prende il suo lavoro, ha tutti i diritti e nessun dovere, manca solo che pensi che voglia fregargli la donna (si sa: gli italièni sono focosi, mica come gl'isvizzeri), anzi, missà che è così. Insomma, il Gatto Arturo mi vede come un ratto, ed è già tanto che non mi corre dietro tentando di mangiarmi. Però non mi aveva mai deluso prima: che il Gatto Arturo voglia impartirmi una dura lezione?...