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Re: Produttori nazionali di mezzi di trasporto

PostPosted: Sun 12 April 2020; 12:29
by LUCATRAMIL
In questo periodo mille immagini di Ambulanze Ducato. Molte di quelle Fiat hanno il marchietto asportato, nessuna di quelle a marchio Psa. E poi cantiamo l’inno alle 18! Ma va a ciapá i ratt!

Re: Produttori nazionali di mezzi di trasporto

PostPosted: Sun 12 April 2020; 12:57
by serie1928
Fammi capire: tolgono in marchio FIAT dalle ambulanze? Chi? Perché?

Re: Produttori nazionali di mezzi di trasporto

PostPosted: Sun 12 April 2020; 16:35
by jumbo
C'è stato un periodo qualche anno fa in cui il marchio FIAT sulle auto andava letteralmente a ruba.

Re: Produttori nazionali di mezzi di trasporto

PostPosted: Sun 12 April 2020; 22:05
by Astro
Mercedes ha definitivamente risolto il problema. Così anche PSA.

Re: Produttori nazionali di mezzi di trasporto

PostPosted: Sat 20 June 2020; 13:21
by skeggia65

Re: Produttori nazionali di mezzi di trasporto

PostPosted: Fri 20 November 2020; 16:24
by LUCATRAMIL
Novità Dotto, uno dei pochi produttori che esporta ancora.
https://www.dottotrains.com/it/Scheda/1419/1/271/Big-Boy-4x4

Nel frattempo da Autobusweb si apprende che IIA ha riportato gran parte della produzione in Italia, a Flumeri (CityMood)
Sembra che da anni ATM si sia imposta di non considerare IIA/Menarini.

Re: Produttori nazionali di mezzi di trasporto

PostPosted: Fri 20 November 2020; 16:50
by luca
Direi grazie al cielo
Teniamoci i Solaris, va la : )

Re: Produttori nazionali di mezzi di trasporto

PostPosted: Fri 20 November 2020; 16:53
by trambvs
ATM fa le gare, che tendenzialmente vince IVECO, quantomeno per i dodecametrici urbani diesel...
una volta è andata "bene" a Solaris, ma ci hanno dovuto ripensare subito (a qualcuno sarà venuta in mente la triste vicenda Mauri)
le attuali indicazioni da Palazzo Marino sono di orientarsi verso mezzi "verdi" che al momento IIA non produce, e fino a non molto tempo fa nemmeno IVECO

Re: Produttori nazionali di mezzi di trasporto

PostPosted: Fri 20 November 2020; 16:55
by teo
LUCATRAMIL wrote:...
Sembra che da anni ATM si sia imposta di non considerare IIA/Menarini.

A dire il vero in NET ci sono 7 Citymood presi con Consip

Re: Napoli (2017)

PostPosted: Wed 14 April 2021; 8:18
by LUCATRAMIL
E' evidente che la normativa appalti così non va.

Comunque, mi spiace, ma chi valuta gli acquisti, in ogni circostanza, noi compresi, deve considerare un elemento "immateriale", che è l'ubicazione delle sedi produttive e poi legali del fornitore. Se acquisto da chi sta in Italia, i miei soldi vanno ad azienda e dipendenti italici, i quali (si spera) pagano le tasse in Italia e, tra gli altri, sostengono il nostro SSN; inoltre se queste aziende e dipendenti prosperano, fanno circolare moneta qui (si spera), comprando altri bene e servizi italici; magari vengono da me come clienti e, quindi, qualche moneta della mia spesa iniziale, TORNA INDIETRO. Teoricamente, dovrebbero tornarmi indietro anche parte dei servizi dello Stato che ha ricevuto le tasse, inclusi i servizi SSN.
Invece, se acquisto un prodotto estero, la catena si spezza subito e le probabilità di un ritorno sono molto labili: è inutile che poi pretenda da altri italiani e dallo Stato (che ho "tradito" con l'acquisto estero) aiuti per me stesso, dato che questi soggetti sono stati impoveriti dalla mia prima improvvida azione.
Nessuno mi toglie dalla testa che all'estero fanno così: lo si vede ovunque. Lampande l'episodio di quell'hotel di Praga che mi mandò a prendere con una Skoda. Coerenza pura che qui manca.

Re: Napoli (2017)

PostPosted: Wed 14 April 2021; 10:08
by S-Bahn
Siamo noi che siamo più realisti del re. Basta vedere cosa capita le rare volte che siamo noi a controllare qualche industria francese, viceversa di quando accade il contrario, spesso e senza battere ciglia.
In ogni caso questo non deve diventare "compero qualunque schifezza a qualunque prezzo purché sia italiana".

Re: Napoli (2017)

PostPosted: Wed 14 April 2021; 23:39
by serie1928
In un mercato libero questi effetti si compensano per reciprocità. E per quanto riguarda l’Italia questa reciprocità è più positiva che negativa. Illudersi di poter esportare solo quello che serve agli altri e produrre in Italia tutto quello che serve a noi è una favola che non esiste, e la chiusura dei mercati ha solo prodotto impoverimento e non richezza.
Dobbiamo essere più bravi ed economici degli altri, è l’unica ricetta valida.

Re: Napoli (2017)

PostPosted: Thu 15 April 2021; 10:00
by jumbo
L'apertura dei nostri mercati a paesi dove non c'è il libero mercato e non si lavora a parità di regole sul lavoro e sull'ambiente, invece, cosa ha prodotto?
Ricchezza trasferita in quei paesi concentrata in una frazione della popolazione a fronte di un incremento dei trasporti e dell'inquinamento globale che nessuno paga.
Non è andata così dappertutto, ma in tanti paesi sì.

Re: Napoli (2017)

PostPosted: Thu 15 April 2021; 10:25
by serie1928
Dall'arricchimento di altri paesi ne vengono comunque benefici globali. Che poi la ricchezza non sia distribuita al loro interno è un problema che essi stessi devono risolvere.
Ma evitiamo ipocrisie: non lavorano in codizioni peggiori di come lavoravamo noi 70-100 anni fa, da cui è nata la nostra spinta allo sviluppo e ricchezza.
Tali lavori, in ogni caso, non possono e non devono più essere svolti da parte nostra: non siamo disposti a pagarne il prezzo, che ci impoverirebbe, e non siamo disposti a falo a tali condizioni.

Re: Napoli (2017)

PostPosted: Thu 15 April 2021; 11:04
by jumbo
Nei paesi di cui parliamo il costo dei prodotti è più basso anche perché la legislazione dà meno diritti ai lavoratori e ha vincoli ambientali molto più laschi.
Da noi il prezzo dell'energia risente delle rinnovabili, la gestione dei rifiuti del riciclo e del trattamento di quelli pericolosi, in Cina e India costruiscono centrali a carbone e scaricano la plastica ed altre schifezze peggiori in fiumi e oceani, con effetti su tutto il pianeta.
Se da noi certi lavori sono pagati poco e nessuno li vuole più fare, è anche perché c'è la concorrenza sleale di quei paesi anche per i motivi suddetti.
Certamente nel tempo le condizioni miglioreranno in tutto il mondo, quel che sto dicendo è che questo miglioramento va accelerato e vincolato ad una parità di condizioni, sia per equità nella concorrenza, sia per motivi ambientali e sociali.