by LUCATRAMIL » Wed 05 August 2009; 13:48
Non ho bisogno di ripetizioni, grazie, i meno faziosi hanno capito che il mio era uno spunto, privo di rimpianti ma solo tendente a ricordare alcuni aspetti positivi di una fase della nostra storia, ossia la capacità nazionale di produrre quasi tutto in Patria. E' un fatto che il boom è cessato quando con la crisi hanno cominciato a chiudere le aziende nazionali (o ad essere comprate da quele estere), al punto che alcune produzioni sono quasi o del tutto scomparse in Italia e che Stati nei quali invece permane una produzione omnicomprensiva stanno (o stavano) meglio di noi.
Ho infatti la riserva mentale che più restano in casa le aziende manifatturiere meglio si sta, perchè non si può concepire un paese fatto solo di aziende di servizi (a chi?). Sono quindi sempre stato contrario alla delocalizzazione estera delle produzione, ma questa è stata resa quasi inevitabile dai nostri "lungimiranti" sindacalisti e politici.
L'ha capito anche Obama, che i dindi devono circolare nel Paese se si vuole dare occupazione e ricchezza, mentre sde vanno solo fuori si resta a secco. Ciò senza cadere nel bieco protezionismo alla franciosa: solo un minimo di senso pratico.
In Tram we trust.
"L'attesa della pizza é essa stessa una pizza" (Lucatramil, 2013)
Comprate europeo!