Il vegetarianesimo, per quanto mi riguarda, non lo considero tanto un'ideologia, ma piuttosto una forma mentis verso cui tendere, anche se non sono certamente un vegetariano ortodosso (e nemmeno voglio esserlo): semplicemente, mi accorgo che sto meglio quando mi tengo "leggero" dal punto di vista dell'alimentazione.
Napoli, invece, è stata sicuramente una realtà molto dinamica in passato, come giustamente si diceva qui sopra.
Per la situazione odierna, non saprei dire; anche nel film di Bellavista (alias De Crescenzo) ci si lamenta che lo stato è assente a Napoli e dintorni: ma siamo sicuri che sia l'assenza dello stato ad aver ucciso Napoli, o non è forse stata la statalizzazione ad ucciderla, in un più o meno lontano passato?
L'arte di "arrangiarsi" (vedi anche il mitico film Pacco, doppio pacco e contropaccotto di Nanni Loy) forse, in realtà, è semplicemente il residuo della vera arte di Napoli, che forse esisteva di più e meglio prima della un po' artificiosa unità d'Italia...? In fondo, secondo Bellavista, i meridionali sono "uomini d'amore", mentre i settentrionali sono "uomini di libertà" (nel senso individuale del termine): l'ideale sarebbe essere entrambi, ovviamente.
Boh: sono solo domande che mi vengono in mente, così, senza pensarci troppo su.
Discorso estendibile anche al resto del meridione (ed in generale, anche), forse, in effetti.
... A proposito, dal film di Bellavista di oggi (se ricordo bene): "Professo', ma secondo vuie, l'arte moderna è ggeniale, o è 'na strunzaat'?"...?