Avevo scritto qualcosa, ma poi avete replicato in 4
Rispondevo a un messaggio precedente di Trullo: giusto, il referendum in pratica toglierebbe
l'obbligo di fare le gare. A me lasciare la liberà all'ente locale dell'affidamento diretto e arbitrario all'azienda X non è che faccia stare tanto tranquillo. Fermo restando che a quanto pare anche secondo la legge attuale si può derogare all'obbligo di gara sotto certe condizioni. In pratica quindi qual è la
ratio di questo quesito? Il problema della legge (che è
questa) è piuttosto che sembra che non sia regolato da nessuna parte che cosa esattamente e con che modalità bisognerebbe mettere a gara (il che apre varie possibilità di pastetta); la soluzione non è sopprimere le gare, ma realizzare un quadro normativo serio ed esaustivo. Un esempio a caso: si metta a gara la gestione e manutenzione del servizio, secondo standard di qualità dettagliati e a tariffe fissate dall'ente pubblico in base a norme vincolanti, e vince l'azienda che richiede meno sussidio pubblico per svolgere il servizio.
Quanto a margine di profitto garantito (che è il 7%), sì può naturalmente discutere se sia il caso o no di garantire un certo rendimento per legge. Anche qui la risposta non può essere che allora fissiamo il rendimento a 0%, da qualche parte i soldi per gli investimenti devono saltare fuori.
Trambvs: aziende di trasporto private svolgono servizi pubblici traendone il profitto sufficiente a remunerare i dipendenti e fare gli opportuni investimenti nei mezzi? E allora può succedere anche con l'acqua come con tutto il resto. Naturalmente, essendo un servizio pubblico, una parte ce la dovrà mettere l'ente pubblico. Come sempre in questi casi, si tratta di diminuire quest'ultima quota a parità di servizio erogato, nell'interesse generale di noi pagatori di tasse e fruitori dei servizi allo stesso tempo.
La storia degli enti solo pubblici è la seguente: secondo la legge entro una certa scadenza (a breve) tutte le municipalizzate (per tutti i servizi, non solo l'acqua) dovranno essere privatizzate al 40% secondo metodi di nuovo non chiari (leggi: l'assessore che casualmente ha una quota in quell'aziendina...). La risposta quale dev'essere: chiarire questi metodi oppure fermare le privatizzazioni tout court?