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PostPosted: Sun 09 March 2008; 17:31
by S-Bahn
Trullo wrote:Comunque sia, secondo me ha ragione Skeggia nel dire che il modo corretto di avvertire il datore di lavoro.
Certo. E in generale sulle cose importanti la conversazione diretta non può essere sostituita da qualsivoglia marchingegno, umanamente dico, anche se è tecnicamente possibile.
Ci si stava solo chiedendo se gli SMS potessero avere ricevuta di ritorno. Sì, possono averla...

PostPosted: Sun 09 March 2008; 17:57
by giolumi
ma non capisco perchè la sera prima non si possa anche telefonare? a mia madre le sue impiegare telefonano tranquillamente a casa

certo in un'azienda con 2000 operai le cose cambiano, ma avranno anche sistemi collaudati che non passano certo dall'sms. anche perchè dove mandi l'sms puoi anche telefonare

PostPosted: Sun 09 March 2008; 19:01
by S-Bahn
In un'azienda di 2000 persone ognuno telefona al suo capo, non tutti a casa del titolare, ovviamente. Noi abbiamo un sistema su web per registrare le ore di lavoro sulle varie commesse, fare rischieta ferie o comunicare malattia, anche se poi devi portare il certivicato, da quello che mi ricordo, sono anni che non vado dal medico...

L'SMS ha comunque un senso. Sono stato male questa notte, realizzo che non mi reggo in piedi e invece di telefonarti rompendoti le scatole mentre sei ancora a letto o a fare colazione ti mando un messaggio, che leggi appena guardi o accendi il telefono, così sei avvertito. Poi con calma ci sentiamo.

PostPosted: Sun 09 March 2008; 21:44
by giolumi
il certificato si manda dopo solo tramite raccomandata, ma l'sms che venga letto la mattina è tutto da dimostrare (con o senza ricevuta) la telefonata sai che l'altro si "connette" con te

PostPosted: Sun 09 March 2008; 21:52
by S-Bahn
Infatti, l'SMS non serve a dimostrare nullla.
Lavoro in un ambiente che rispetta le regole ma che non è fiscale. Da noi nessuno timbra, tanto il capo se ne accorge se non ci sei...
A parte il fatto che, toccando ferro, la cosa mi capita assai raramente per buona salute, ma se sono d'accordo col mio capo, che poi è innanzitutto mio collega (lavoro in un team non gerarchico) che faremo un lavoro assieme o che si aspetta da me uno step, e so che sono blocato a casa, comincio a mandarlgi un SMS che non dimostra nulla, ma almeno lo avviso in tempo senza rompere... e pensa subito il da farsi.
Poi siccome di solito prendiamo lo stesso treno, sa se deve aspettarmi che ci facciamo un caffè o se non deve... :wink:

Edit. Il certificato lo puoi anche portare a mano, entro non so quanti giorni (3 mi pare...).

PostPosted: Sun 09 March 2008; 21:57
by giolumi
non più, solo raccomandata, ne sono certo perchè ne parlai con mia madre quando usci (mi pare sotto prodi) la legge

PostPosted: Sun 09 March 2008; 22:04
by S-Bahn
Può essere, l'ultima volta che mi "hanno dato" tre giorni è stato almeno 4 anni fa.
Da noi poi puoi prendere, senza certificato ma con semplice comunicazione via web, fino a 32 ore (non giorni) all'anno di indisposizione, purchè non cadano di lunedì o di venerdì :wink:

PostPosted: Sun 09 March 2008; 22:13
by giolumi
no, ho verificato, è previsto anche il recapito, mentre è il fax ad essere stato eliminato. anche se la successiva specificazione rende alquanto ambiguo il concetto di recapito, mentre evidenza la necessita della raccomandata AR (legge del 2005, quindi sotto berlusca)

inoltre deve essere fatta entro due giorni e riportare il luogo esatto dove si risiede durante la malattia per permettere i controlli

mentre all'INPS sempre entro due giorni ma solo per raccomandata

ovviamente questa simpatica ridda di raccomandate AR sono un giovamento per poste italiane. sorpatutto gli AR per posta prioritaria (obbligatoria) che ci mettono puntualmente non meno di 30 giorni e sono del tutto INUTILI, infatti gli invii sono tracciati e la consegna è registrata informaticamente.

basterebbe una stampata dal sito delle poste (che archiviano TUTTI gli invii da che il sistema esiste) anziche inutili 60 centesimi di regalie (1,20 in questo caso)

PostPosted: Sun 09 March 2008; 22:23
by Federico_2
mi sembra sprecata una raccomandata AR

potrebbe bastare una raccomandata senza AR o un fax...

PostPosted: Mon 10 March 2008; 10:26
by Trullo
Federico_2 wrote:resta inteso che il giorno successivo il dipendente DEVE chiamare per informare riguardo le motivazioni esatte

Falso. Il lavoratore in malattia non è tenuto a comunicare all'azienda le motivazioni. Tant'è che la copia del certificato destinata all'azienda non contiene la parte con la diagnosi

Federico_2 wrote: e il tempo di assenza,

Sentito, ovviamente, il medico

Federico_2 wrote:con eventualmente decisioni per quanto riguarda la possibilità di trasferire in via del tutto eccezionale il lavoro a casa per i soli giorni di malattia
Nessuna legge lo obbliga, ma sarebbe gradito cmq per l'azienda

E, se ne sussistono le condizioni, per il lavoratore sarebbe altrettanto gradito (e tra parentesi da me, in maniera informale, succede) che il giorno sia computato come un normale giorno lavorativo e non un giorno di malattia, visto che il lavoratore presta servizio, sia pure da casa.


giolumi wrote:ma non capisco perchè la sera prima non si possa anche telefonare? a mia madre le sue impiegare telefonano tranquillamente a casa

A volte la sera prima non si è in grado di capire se si sarà in grado di essere al lavoro l'indomani.

giolumi wrote:certo in un'azienda con 2000 operai le cose cambiano, ma avranno anche sistemi collaudati che non passano certo dall'sms. anche perchè dove mandi l'sms puoi anche telefonare


Di norma in questi casi si chiama il centralino e si lascia il messaggio, poi le segretarie provvederanno ad avvertire i responsabili degli assenti.
Inoltre, se impossibilitato ad andare al lavoro, di norma chiamo la persona che riporta a me e che in questi casi è chiamata a sostituirmi in alcuni incarichi.
Comunque il certificato l'ho sempre consegnato a mano in azienda (o fatto consegnare in caso di assenze lunghe)

PostPosted: Mon 10 March 2008; 17:48
by Federico_2
Trullo wrote:
Federico_2 wrote:resta inteso che il giorno successivo il dipendente DEVE chiamare per informare riguardo le motivazioni esatte

Falso. Il lavoratore in malattia non è tenuto a comunicare all'azienda le motivazioni. Tant'è che la copia del certificato destinata all'azienda non contiene la parte con la diagnosi

vero che in caso di malattia il dipendente non ha l'obbligo di comunicare il tipo malattia (a meno che non sia chiaramente dipendente con la tipologia di lavoro). In ogni caso non c'entra nulla con cio' che ho scritto: il dipendente deve comunicare, compatibilmente con la sua possibilità, il motivo dell'assenza (cause di forza maggiore o malattia), nonchè stimare il tempo di assenza che prevede
Poi è ovvio che nessuno lo obbliga, ma se uno è assente il 99% lo dice che malattia ha avuto al proprio datore di lavoro
Ricordo che le malattie pagate non sono grazie ai sindacati, ma per legge

Trullo wrote:
Federico_2 wrote:con eventualmente decisioni per quanto riguarda la possibilità di trasferire in via del tutto eccezionale il lavoro a casa per i soli giorni di malattia
Nessuna legge lo obbliga, ma sarebbe gradito cmq per l'azienda

E, se ne sussistono le condizioni, per il lavoratore sarebbe altrettanto gradito (e tra parentesi da me, in maniera informale, succede) che il giorno sia computato come un normale giorno lavorativo e non un giorno di malattia, visto che il lavoratore presta servizio, sia pure da casa.

da questo punto di vista al lavoratore non fa molta differenza tra un giorno effettivo di lavoro o di malattia (anche se questo è teorico, mentre sappiamo benissimo che alla fine tra premi di produzione e novità degli ultimi anni è sempre meno vero).
In ogni caso, se il lavoratore puo' svolgere per intero l'attività lavorativa, dovrebbe essere considerata la giornata di lavoro per intero. Attualmente spesso non è così, anche perchè questa operazione ha un rischio: non permette di calcolare facilmente le ore effettive di lavoro, e rischiamo di trovarci gente che si finge malata


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PostPosted: Mon 10 March 2008; 18:12
by Trullo
Federico_2 wrote:resta inteso che il giorno successivo il dipendente DEVE chiamare per informare riguardo le motivazioni esatte


Federico_2 wrote:vero che in caso di malattia il dipendente non ha l'obbligo di comunicare il tipo malattia (a meno che non sia chiaramente dipendente con la tipologia di lavoro). In ogni caso non c'entra nulla con cio' che ho scritto: il dipendente deve comunicare, compatibilmente con la sua possibilità, il motivo dell'assenza (cause di forza maggiore o malattia),

Ho capito male. Pensavo che dicendo "motivazioni esatte" non ti riferissi al fatto che si trattasse di malattia (e non di altro impedimento) ma intendessi anche quale malattia

Federico_2 wrote:Poi è ovvio che nessuno lo obbliga, ma se uno è assente il 99% lo dice che malattia ha avuto al proprio datore di lavoro

Dipende, non ho statistiche in merito.

Federico_2 wrote:Ricordo che le malattie pagate non sono grazie ai sindacati, ma per legge

Leggi un contratto collettivo nazionale di lavoro (li trovi su internet, oppure entra in un qualsiasi ufficio di un sindacato) poi ne riparliamo

Federico_2 wrote:
Trullo wrote:
Federico_2 wrote:con eventualmente decisioni per quanto riguarda la possibilità di trasferire in via del tutto eccezionale il lavoro a casa per i soli giorni di malattia
Nessuna legge lo obbliga, ma sarebbe gradito cmq per l'azienda

E, se ne sussistono le condizioni, per il lavoratore sarebbe altrettanto gradito (e tra parentesi da me, in maniera informale, succede) che il giorno sia computato come un normale giorno lavorativo e non un giorno di malattia, visto che il lavoratore presta servizio, sia pure da casa.

da questo punto di vista al lavoratore non fa molta differenza tra un giorno effettivo di lavoro o di malattia (anche se questo è teorico, mentre sappiamo benissimo che alla fine tra premi di produzione e novità degli ultimi anni è sempre meno vero).
In ogni caso, se il lavoratore puo' svolgere per intero l'attività lavorativa, dovrebbe essere considerata la giornata di lavoro per intero. Attualmente spesso non è così, anche perchè questa operazione ha un rischio: non permette di calcolare facilmente le ore effettive di lavoro, e rischiamo di trovarci gente che si finge malata


Allora, prima di tutto in alcuni contratti la malattia è pagata almeno in parte dall'inps. Quindi se l'azienda mi facesse lavorare in malattia, non mi pagasse integralmente lo stipendio e me ne facesse pagare una parte dall'inps, si renderebbe colpevole di truffa all'inps.
Poi in alcuni contratti è prevista la licenziabilità del lavoratore al superamento di un numero limite di giorni di malattia in un periodo determinato, quindi non è la stessa cosa lavorare ed essere in malattia

PostPosted: Mon 10 March 2008; 18:26
by Federico_2
Trullo wrote:
Federico_2 wrote:Ricordo che le malattie pagate non sono grazie ai sindacati, ma per legge

Leggi un contratto collettivo nazionale di lavoro (li trovi su internet, oppure entra in un qualsiasi ufficio di un sindacato) poi ne riparliamo


leggi lo statuto dei lavoratori del 1970

PostPosted: Mon 10 March 2008; 18:29
by giolumi
cosa significa "non per i sindacati, ma per legge"? non capisco, ci sono un sacco di leggi spinte dai sindacati

l'una cosa non esclude necessariamente l'altra, aldilà del caso in questione sul quale non ho informazioni

PostPosted: Mon 10 March 2008; 18:33
by Trullo
Federico, grazie per la premura ma lo statuto dei lavoratori lo conosco già. E non parla di giorni di malattia pagati.

Corretta l'osservazione di Giolumi.