by LUCATRAMIL » Mon 19 April 2021; 8:44
In realtà, io concordo con e reboanti principi secondo cui il libero mercato attutisce gli squilibri, no ai nazionalismi, bla bla bla, ma mi limito a constatare che queste cose ce le raccontiamo noi e che in UE - in attesa del libero mercato - cercano di far campare le proprie aziende anche preferendole (a parità di qualità e prezzo, beninteso - a quelle estere. Nei servizi sui funerali di Filippo vedo usare auto prevalentemente (non esclusivamente) made in UK - anche se la proprietà delle fabbriche non è più Gb. Ma non è più GB anche per quello che spiegava Jumbo, ossia la concorrenza sleale di aziende sviluppatesi in quasi assenza di regole e costi, mentre le aziende europee ne sono subissate: non si può richiamare il libero mercato se le regole son diverse. Qui come nell'ecologia vale la regola "della 600", come la chiamo io. Nel 1988, mentre in UE si cominciava a disquisire sui motori Euro1, 2 ecc., a Fiume giravano frotte di Fiat Zastava 600: pensate che l'inquinamento si fermasse al confine di Trieste? Speriamo che nel 2030 non saranno 3 o 4 Stati a essere eco-compliant, ma tutti, altrimenti non servirà ad un bel belino. Nell'economia, le aziende compliant spesso hanno costi maggiori e il delta qualità non è più così ampio (con l'elettronica) rispetto ai prodotti provenienti dai Paesi poco compliant (vedi Cina, che fino a pochi anni fa viveva immersa nello smog: intanto si é è comprata, però, le aziende occidentali che fallivano nell'aria "pulita").
Detto questo e senza l'obbligo di comperare ciofeche, a parità di condizioni se il Comune di Bologna, ad esempio, compra bus Menarini assicura benessere ai propri cittadini ed alle proprie casse.
In Tram we trust.
"L'attesa della pizza é essa stessa una pizza" (Lucatramil, 2013)
Comprate europeo!