by S-Bahn » Wed 27 May 2020; 16:09
Indipendentemente da dove siano installati (anche se l'osservazione di Trullo ha un senso) un impianto di condizionamento presenta due criticità.
La prima è dovuta al fatto che ricicla l'aria, ovvero l'aspira, la raffredda (o la scalda se è in inverno, concettualmente non cambia) e la rimette in circolo nel locale in cui il fan coil, o simili, si trova.
Questo è verissimo negli impianti domestici ed è parzialmente vero negli impianti di uffici, supermercati ecc... dove esiste anche un impianto di aria primaria, anche lui in grado di scaldare o raffreddare, che si occupa principalmente del ricambio dell'aria. Chiaro che se aspira aria in cui sono contenuti virus, questi vanno in giro per tutto il locale. Negli impianti familiari bisogna quindi sempre avere un minimo di ricambio dell'aria (che l'AC sia accesa oppure no), Fortunatamente gli impianti sono installati in genere vicino al soffitto e non direttamente investiti dal droplet.
Nelle automobili il problema non c'è perché l'aria non viene riciclata ma aspirata tutta da fuori, a meno che non si usi il ricircolo, cosa sconsigliata.
Nei veicoli più grandi (autobus, carrozze verroviarie e arei) suppongo ci sia sempre un mix tra ricircolo e ricambio, e questo è un problema..
L'altra criticità sta nella velocità e distribuzione dei flussi di aria. Una forte corrente d'aria può portare il virus da una persona contagiate alla altre, anche piuttosto lontane, presenti nel locale o veicolo.
Per ridurre questi rischi vanno privilegiate velocità basse del flusso di aria che non dovrebbe mai essere diretto verso le persone.
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
indipendentemente da come finirà
Václav Havel