io invece sono negativamente colpito dall'articolo de Il Giorno. Nel mezzo dei fatti riportati vi è una storia raccontata con compassione e quasi comprensione, come se si volessero prendere le parti del colpevole. Con tanto di ciliegina sulla torta, descrivendo con ammirazione come l'assassino in questione tenesse con cura la sua automobile "un po’ datata ma molto ben tenuta"... sembra scritto da uno che prova empatia più per le automobili (e chi le guida e possiede) che per le persone in generale.
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/p ... -1.3690755
riporto il tratto più rilevante:
[...]Lui nega. Anche l’evidenza. Accanto c’è la madre, che divide con lui l’abitazione in zona Garegnano e che lo abbraccia in maniera protettiva, parlando ai ghisa dell’incidente del 2016 costato al figlio la sospensione della patente. «Devi venire con noi?», gli dicono gli agenti. «Io non vengo...», fa resistenza Ghezzi. Una resistenza non violenta, intendiamoci. È piuttosto la reazione di una persona che non sembra rendersi conto di quello che gli sta accadendo intorno, in linea con il suo carattere introverso, così lo descrive chi lo conosce, e poco incline alla socializzazione.[...]