Lucio Chiappetti wrote:A proposito di Albenga, Diano et al. ... come sono/erano messe le stazioni in genere in quanto ad accesso all'abitato e ai mezzi pubblici in genere in quella tratta ?
Ciao,
Leggo solo ora.
La stazione di Diano Marina era posta proprio nel cuore del paese, a metà tra il vecchio, sulla costa, e l'insieme eterogeneo di campi e palazzine a nord dei binari.
Anche in senso longitudinale la stazione era nel mezzo; forse un po' meno comoda per chi abitava nella parte occidentale di San Bartolomeo al Mare, ma ottima per tutto il paese.
Viste le modeste dimensioni della cittadina, qualsiasi punto era raggiungibile dalla stazione in pochi minuti a piedi. Ricordo quando tornavo a casa dalla stazione, era molto comodo.
Di autobus in giro per Diano Marina non ce ne sono, passano solo gli interurbani sull'Aurelia (che in quel tratto è sul lungomare) ma non ho mai capito dove fermano.
In ogni caso, anche l'Aurelia è comodamente raggiungibile dalla stazione e la distanza mi pare paragonabile, facendo un confronto con Milano, tra quella tra Duomo MM ed il capolinea tranviario di piazza Fontana.
Nel complesso, l'unico problema del treno a Diano Marina - lo dico con grande cognizione di causa - erano gli interessi della classe dirigente, da chi ai tempi del
boom delle palazzine ha consentito di edificare le aree destinate al progetto originario del raddoppio in variante, a chi ha ucciso la ferrovia storica tagliando su servizio ed infrastruttura: emblematiche erano le stazioni di Cervo, dove fermavano solo i locali Savona-Ventimiglia ed i Torino-Savona-Ventimiglia, oppure Laigueglia, il cui ruolo è passato dal garantire una certa capacità alla linea (grazie al binario di raddoppio) a quello, una volta trasformata in fermata a singolo binario, di formare un "tappo", una "strozzatura" dove i treni locali, ogni volta che si fermavano, bloccavano la linea in entrambe le direzioni.
È vero che per garantire un servizio veramente utile non era sufficiente qualche raddoppio qua e là come era sempre stato, sono d'accordo su ogni raddoppio e potenziamento dell'infrastruttura, allo stesso modo tengo a rammentare che ogni variazione del tracciato che coinvolge le località di servizio (fermate, stazioni, scali merci) comporta inevitabilmente la perdita di alcuni utenti e l'acquisizione di altri. Quanto è grande l'utenza potenziale dell'entroterra ligure? Quanto lo era quella costiera?
Invito infine ad una riflessione: andate sul sito di Stagni e guardatevi le fotografie degli anni Novanta, quelle che ritraggono i treni internazionali provenienti da ogni dove, oppure quelle che mostrano i merci dei fiori. Era una ferrovia che funzionava molto bene seppur appesantita da un traffico straordinariamente importante; com'è possibile che si sia soddisfatta la necessità di un raddoppio
solo dopo i tagli al servizio? Com'è possibile credere nella sua importanza sociale, dal momento in cui questa potente infrastruttura nasce per un servizio depotenziato rispetto a quello che si serviva di
un binarietto, per giunta allontanandosi letteralmente di chilometri dall'utenza?