Croci: più attenzione alla manutenzione dei mezzi
«Troppi disagi». Un'inchiesta su Atm
Guasti, ritardi e nuovi jumbotram bloccati in rimessa. Il Comune: da settembre via ai controlli di qualità
Capolinea Atm. L'
Eurotram 7013 non carica più passeggeri. Staziona al deposito Teodosio,
cannibalizzato, utilizzato come serbatoio di ricambi per i gemelli su rotaia: «Un serbatoio pagato 1,25 milioni di euro», denunciano i sindacati.
Altri sette treni di una famiglia di 26, guasti o incidentati, sono fermi da settimane tra Precotto e Leoncavallo.
Una ventina di Sirio («14» secondo l'azienda) sono ai box in attesa di lifting, quasi un treno su due: il jumbo 7119 oscilla, il 7510 aspetta il via libera dal ministero. E via così, tra tilt elettronici e vetri rotti. È allarme. I lavoratori scrivono ai vertici, i cittadini protestano per ritardi e disagi (niente aria condizionata e mezzi affollati), l'emergenza investe Palazzo Marino. L'Ulivo attacca: «Ora basta. Chiediamo una commissione d'inchiesta su Atm». Edoardo Croci, assessore comunale a Traffico e Mobilità ha altri progetti: «Questa non è la soluzione per migliorare il servizio. A settembre istituiremo un ufficio di controllo sulla qualità».
Con dirigenti a vigilare sulle inadeguatezze della rete e addetti a contare i ritardi di autobus, tram e metrò.
Una rivoluzione. Sotto accusa finiscono anzi tutto i mezzi d'ultima generazione. Torpedoni fragili, azzoppati fin dalla prima messa su rotaia, in alcune tratte addirittura pericolosi: «Eurotram e Sirio sono fatti per viaggiare su percorsi lineari e curve a largo raggio, non nei labirinti di ferro di Milano». E gli effetti gonfiano i depositi, sostengono sempre i sindacati:
«Gli scambi radiocomandati non funzionano, siamo costretti ad attivarli manualmente». Con il jumbo a passo d'uomo, il carrello fisso che si ribella ai masselli, le oscillazioni che scuotono i passeggeri, le frenate controllate coi pattini. Spallate ai sistemi hi-tech, precauzioni «per evitare incidenti e deragliamenti (già 37 nel 2006 a fronte dei 30 di tutto il 2003, ndr) ». Ma che incidono sui tempi di percorrenza, con ritardi che arrivano a venti minuti persino in agosto: «Non possiamo correre, così rispettare le tabelle è quasi impossibile». Storie di tutti giorni. «Che purtroppo durano da anni», denuncia Marilena Adamo, capogruppo dell'Ulivo: «A causa di scelte sbagliate all'origine, oggi la manutenzione è costosa e tiene a riposo i mezzi troppo a lungo».
Dunque, anche pensando al piano del traffico, «bisogna mettere in campo azioni su frequenza dei mezzi e prolungamenti delle linee, programmati nel 2004 e mai realizzati». Interventi, conclude la Adamo, «che richiedono Atm al massimo delle potenzialità». Per questo, le fa eco il consigliere Aldo Ugliano, è «necessaria una commissione d'inchiesta: l'obiettivo dei dirigenti dev'essere il miglior servizio possibile, non l'utile di bilancio». Il management «deve tornare a credere in Atm come azienda di servizio», sostiene Marco Osnato (An), presidente della commissione Trasporti: «Altrimenti anche il personale, con una forte identità, viene demotivato se lavora su mezzi non idonei e problemi dalle luci ai condizionatori». Quindi, «bisogna tornare a investire, ma la discussione va fatta sui tavoli di concertazione», conclude Osnato. Concorda Edoardo Croci, assessore alla Mobilità: «La commissione d'inchiesta non è la soluzione. Il problema, semmai, è garantire che il Comune eserciti il controllo di qualità» su sicurezza, affollamento, puntualità e manutenzione dei mezzi: «A settembre verrà istituito un ufficio interno all'assessorato». Non solo. Croci intende anche «rivedere il contratto di servizio». Ha già spedito una lettera che «sollecita» Atm a comunicare i tempi per l'installazione dell'aria condizionata: «Il comfort non è tra gli indici di valutazione, ma dev'essere una priorità». Ancora nessuna riposta, però: «Ma aspetto a breve una relazione dai dirigenti».
di Armando Stella
http://www.corriere.it/vivimilano/speci ... /atm.shtml