S-Bahn wrote:Fa freddo in casa perché la stufa non funziona? Ne ricaviamo il dogma che TUTTE le stufe non funzionano e andiamo ad abitare all'equatore, come unica soluzione possibile.
Perchè non prendo il 27? perchè se si ferma un jumbo in un punto qualsiasi del tragitto sono fregato (non arrivo più a destinazione) mentre un normale autobus supera la fila di tram e prosegue. Capita sia in caso di guasto di tram e sia in caso di incidente sull'asse Vittoria-XXmarzo-Corsica-Mecenate.
Si blocca ad esempio un autobus...gli altri bus dietro proseguono e il tram si blocca (perchè non può volare).
E non lo dico perchè ho a morte il tram...ma per anni di esperienza diretta.
E qui apro una parentesi.
Mettiamo caso che si faccia un tram che da linate vada in centro al posto della 73.
Di certo il 27 non lo si toglierebbe e anzi lo si farebbe proseguire per Santa Giulia fino a Rogoredo FS.
Il 12 lo si terrebbe? mah...
comunque poniamo il caso che guasti e incidenti prendono di mira l'asse est di Vittoria-XXmarzo-Corsica (sia che si tratti di 27 dell'eventuale tram di linate o 12)
Praticamente tutta la zona resta paralizzata dal trasporto pubblico. Il tram non può volare come ho già detto prima.
E oltre alla zona paralizzata anche linate sarebbe isolato.
a questo punto mi potrete dire: anche con la metro 4 è lo stesso.
e io vi rispondo di no perchè 54 (forse? almeno come collegamento con l'ortica e lambrate) e 27 continuerebbero ad esistere e i quartieri che vengono serviti non sarebbero isolati (certo chi è diretto all'aeroporto è fregato ugualmente)
neno wrote:27 e 73 hanno fermate troppo ravvicinate e ciò li rende lenti
Il problema non sono 73 e 27 che anzi sono comodi (se non arriva uno prendi l'altro), sono i taxi, auto di servizio, e mezzi con permessi che infestono la preferenziale. Se non ci fossero il traffico nella preferenziale sarebbe decisamente più fluido.
"Il geografo è un politico del territorio, l'architetto e l'urbanista ne sono invece i tecnici" (Giuseppe Dematteis).
"Il compito del sapere non è più quello di ridurre la complessità, ma di nuotarci dentro" (David Weinberger).