Bellinzonese e valli - Un centinaio di utenti
Partenza al rallentatore per il bus dei nottambuli
12.01.2015 - aggiornato: 12.01.2015 - 08:18
Nostro reportage a bordo della nuova linea che collega la Città all’hinterland nelle ore piccole del week-end. Il vero banco di prova sarà durante il carnevale.
Uno dei capolinea del bus notturno bellinzonese in Piazza Indipendenza.
di Mauro Giacometti
«Scusa, ma questo bus arriva fino a Cadenazzo?». Alla risposta affermativa del conducente tre ragazzi, sui vent’anni, salgono. Poi scendono subito: al telefono un amico ha offerto loro un passaggio e così niente scampagnata in bus. Alla Birreria Bavarese è appena finito un concerto live. È l’una di notte di sabato scorso in viale Stazione a Bellinzona e il bus con la luna e le stelle come insegna aspetta chi fa le ore piccole. In pochi, a dire la verità, hanno finora approfittato del servizio di collegamento by night tra la Città e l’hinterland introdotto a metà dicembre con il nuovo Piano dei Trasporti del Bellinzonese. Un centinaio - conferma Autopostale Regione Ticino - gli utenti che nei quattro fine settimana da metà dicembre all’ultimo week-end scorso hanno avuto un passaggio quasi gratis. Il bus notturno circola il venerdì e il sabato: due franchi il prezzo del biglietto, ma per chi ha un abbonamento Arcobaleno il viaggio non si paga. Dall’una alle quattro di notte, con terminale alla Stazione di Bellinzona, è garantito un rientro a casa sulle proprie gambe, soprattutto in previsione dei bagordi di carnevale, che saranno il vero banco di prova del bus notturno.
Intanto sabato scorso ne hanno approfittato due studentesse di Cadenazzo, che salgono quasi al volo: la serata al Bar Viale s’è conclusa e il coprifuoco imposto dai genitori incombe. Salutano il conducente, mostrano la tessera e s’incamminano verso i sedili posteriori, con lo smartphone che sbraita un brano rap. Li raggiunge un altro giovane, sempre di Cadenazzo e si mettono a parlare della serata mentre il bus s’avvia. Alla fermata dell’Arti e Mestieri un attempato signore, che sembra aver alzato troppo il gomito, anche lui con il telefonino incollato all’orecchio, fa un cenno all’autista. Sale: «Va a Cugnasco? Ah no, solo fino a Gudo. Va bene lo stesso. Hai capito, arrivo a Gudo, passa a prendermi», dice al suo interlocutore telefonico. Paga i due franchi («...ma è il metàprezzo?» chiede sorpreso), un po’ barcollando s’accomoda e all’arrivo a destinazione pigia sul pulsante “bus stop”: alticcio sì, ma tutto sommato ancora lucido.
A Cadenazzo scendono anche i tre giovani saliti a Bellinzona: è l’una e trenta, l’orario di rientro per le due studentesse è rispettato. Quindi da Cadenazzo a Bellinzona, Piazza Indipendenza, non sale nessun altro. Si riparte per Arbedo, Claro, Lumino e la sponda destra del Ticino. A Castione salgono due ventenni, uno diretto a Claro e l’altro a Galbisio. Il loro sabato sera all’ex Garage non è stato soddisfacente, meglio tornare a casa, anche se sono “solo” le due di notte. Decisamente più affollata, con una decina di passeggeri in attesa, la fermata sempre a Castione alle quattro di notte. Tra loro anche qualche quarantenne dall’alito fiammeggiante e i riflessi appannati che non vuole rischiare la patente e soprattutto la vita. Saggia decisione.