IL CASO
è allarme guasti sul metrò
In un anno sono stati 200 in più, quasi cinque ogni giorno. A rischio soprattutto la linea rossa
Nel 2011 va un po' meglio, ma Atm ha chiesto risorse per 60 nuovi mezzi: alcuni hanno 40 anni
di ILARIA CARRA
Oltre duecento guasti in più in un anno per il metrò. L’aumento si è registrato nel 2010 rispetto all’anno precedente sulle tre linee milanesi: 1.752 malfunzionamenti e avarie contro i 1.533 del 2009. Dai 4,2 guasti al giorno di due anni fa a quasi cinque (4,8) dell’anno scorso. Guai tecnici che hanno causato disagi ai passeggeri: treni in ritardo di almeno cinque minuti, oppure viaggiatori scaricati in una stazione per «ricoverare» il mezzo, com’è accaduto varie volte sulla “rossa” la scorsa settimana, o convogli mai usciti dal deposito, con la conseguenza di corse saltate. Atm fa sapere che quest’anno, almeno fino a fine maggio, l’emergenza sta rientrando e i numeri si stanno riallineando a quelli del 2009. Ma la ragione che ha portato a quel boom, spiega la stessa azienda, è di forte attualità: treni troppo vecchi, alcuni dei quali hanno anche più di 40 anni, che vanno sostituti al più presto. Prima, però, bisogna trovare i fondi.
Nei depositi Atm, in realtà, circola anche un bilancio più complessivo dei guasti riguardanti il metrò: sempre per il 2010 si sono annotati circa 5.500 problemi ai mezzi (contro i 3.600 del 2009), il 70 per cento dei quali viene però risolto direttamente dai tecnici dell’assistenza in linea senza che i passeggeri se ne accorgano. Porte che si rompono o si chiudono male, e disservizi legati all’aria condizionata, sono le avarie principali riparate al momento dai circa mille tra operai e tecnici della manutenzione del metrò. E poi ci sono i guai alle funzioni di controllo o problemi meccanici: le avarie alla trazione dei treni, che capitano spesso, di solito necessitano invece di un passaggio in officina.
L’obiettivo di Atm, per la metropolitana, è arrivare al risultato di tram e autobus, dove i guasti dal 2008 si sono più che dimezzati (da 78 a 41 al giorno, dice Atm). Il problema è l’età della flotta, spiega l’azienda. Specie sulla linea 1, dove alla scadenza dell’Expo la maggior parte dei mezzi avrà quasi mezzo secolo e dove ogni mese sono 74 i guasti, contro i 44 della “verde” e i 10 della “gialla”: circa il 50 per cento in più rispetto a quanto succede a un treno di nuova generazione. Un paragone: in Estremo Oriente l’età media di un treno è di 5 anni, a New York sale a 20, Parigi e Londra sono appaiate a 25. Atm tiene a precisare che in caso di emergenza c’è un sistema che, se serve, blocca automaticamente la vettura. Resta però che bisogna ringiovanire la flotta.
Attualmente i treni più recenti sono i 34 “Meneghino” in servizio ai quali nei prossimi mesi dovrebbero aggiungersi gli altri sei ordinati due anni fa. Per il prossimo anno ne sono in arrivo cinque e l’azienda ha finanziato 70 milioni per la revisione straordinaria di decine di convogli sulle linee 1 e 2. Ma non basta. Per questo Atm alla fine dello scorso anno ha chiesto un finanziamento direttamente al Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica, per coprire, anche solo parzialmente, l’acquisto di 60 mezzi per ringiovanire il suo parco circolante. L’investimento è notevole, in tutto sono 600 milioni (un treno ne costa mediamente 10): un nodo, quello dei fondi, a cui le istituzioni, dice Atm, stanno lavorando assieme per trovare una soluzione prima dell’Expo.