Qualche dettaglio in più sullo svio di ieri
Al terzo giorno di «pre-esercizio» uno stop inatteso: un’ora di caos e viabilità bloccata tra Prato della Valle, la Basilica e le riviere del centro
Flop a Padova, deraglia il tram
Il «carrello» esce dalla rotaia: le funi e un trattore per farlo ripartire
Ore 14.40: il convoglio in una curva tra via Belludi e Riviera Businello, sbanda e finisce in tilt I dischi si staccano dai binari: scatta l’emergenza
PADOVA. Alle 14,40 il tram deraglia, proprio davanti agli occhi del Santo. Terzo giorno di “pre-esercizio” del prototipo targato Lohr, lo stesso che sabato comincia a viaggiare anche a Clermont Ferrand. E’ lo stesso sistema adottato anche a Venezia. Un veicolo con le ruote di gomma, ma che corre lungo il binario della «via guidata».
E ieri pomeriggio è «saltata» proprio sulla curva che da via Belludi immette in Riviera Businello, in direzione Stazione. In un solo momento, ecco materializzarsi l’incubo per Comune, Aps, Translohr e Consorzio Mantegna. Un leggero sbandamento, i dischi della «ruota» destra della prima carrozza si staccano, uscendo dalla sede. Cinque metri a briglia sciolta e il tram si blocca in mezzo alla strada, ostruendo l’incrocio. Un muro blu che paralizza il traffico e lascia di stucco i passanti.
Scendono l’autista ed il tecnico del Consorzio, responsabile del pre-esercizio, che lo affianca. Comincia il valzer frenetico delle telefonate: scatta l’allarme durante la seduta della giunta comunale, riunita nell’ufficio di Zanonato.
In meno di dieci minuti, tutti gli addetti ai lavori sono intorno al gigante blu immobilizzato. Alle 15,08 entrano in scena le funi: nel tentativo, fallito, di rimettere il tram sul binario. Si scrutano ruote e rotaie, alla ricerca delle cause del deragliamento. «No comment» si schermisce con accenno francese un tecnico della Lohr.
I sospetti si concentrano su una saldatura del binario: sarebbe responsabile della perdita di aderenza del disco. «Il pre-esercizio serve a questo» commenta secco Antonio Conte, direttore di Aps holding. E’ la «stazione appaltante» (80 milioni di euro), ma dovrà anche gestire in futuro il tram. «Non sono certo preoccupato», precisa, tradendo il contrario. «Incidenti come questo sono normali nella fase sperimentale».
Lo slogan della «normalità» viene ribadito da tutti come una litania, ma la tensione cresce. L’assessore Ivo Rossi sbotta contro uno dei due vigili, alle prese con auto in colonna e bus da far circolare a senso unico alternato. «Cosa sono tutte queste macchine che entrano nella zona a traffico limitato?» sbraita inferocito Rossi. «Le fermi!» ordina. «Sto cercando di tenere a bada il traffico: ed è già tanto che ci riesca» alza la voce il vigile, prima che il bus (impegnato a “dribblare” il tram) lo schivi di qualche millimetro.
I turisti immortalano la défaillance con il videofonino: «Ecco qua la tecnologia del 2000» commentano. I tecnici non desistono: il tram deve essere rimosso. Sono circa le 15,30 quando arriva il trattore: se le ruote non rientrano in sede, bisognerà trainare le carrozze. L’ultimo, disperato tentativo è affidato ad una sorta di leva, prelevata dal trattore. L’asse viene piazzata sotto al muso del tram. Alle 15,38 finalmente si muove: lentamente, contromano e sferragliando. Guadagna la vista di Prato della Valle. Alle spalle, una coda di auto. Davanti, la fila dei bus. Intorno, un centinaio di spettatori compresi i residenti alle finestre.
Si pensa di trainarlo fino al deposito della Guizza. Ma la corsa, solo abbozzata, finisce in Pra’ sul lato di via Umberto, a pochi passi dalla loggia Amulea.
Qui il tram viene transennato alla meglio, avvolgendo il muso ferito come un grande cerotto. Verrà spostato nella notte, quando mette meno a rischio il traffico cittadino.
Finirà nell’officina, scrutato da tutti. Tecnicamente, il deragliamento di ieri va spiegato in un rapporto. Il futuro del tram a Padova dipenderà anche da questo.
(Ernesto Milanesi e Simonetta Zanetti)