Trasporti a Milano

Il motivo è che si spendono soldi per spendere solo perché ci sono, non perché serva e sia economicamente sostenibile l’esercizio nel tempo.
Esistesse un sistema standardizzato di valutare la finanziabilità dei progetti, in base alle risorse disponibili pro tempore ed al rapporto benfici/costi. Come pure l’obbligo di rispettare la durata utile dell’opera e l’entità del servizio pena restituzione di tutta o parte del finanziamento erogato. Allora, forse, spese inutili e/o insostenibili verrano ridotte.
A questo bisogna unire una sostanziale compartecipazione dell’ente locale, regione o comune o provincia. Ente locale messo in grado di avere gettito fiscale adeguato a finaziare opere importanti, e non soltanto il proprio funzionamento. Il tutto in relazione all’interesse effettivamente servito: la riparazione di un marciapiede non è di intersse nazionale, ne regionale, ne provinciale, nemmeno comunale se lo stesso è suddiviso in municipi. Al contrario una tramvia è di interesse comunale, regionale e statale in porzioni diverse, diciamo 50:30:20.
Ma fino a quando il gettito fiscale viene acquisito al 70% dallo stato ed “elargito al popolo” per bontã sua, tale proporzione non può che essere 10:15:75. Ed ecco che chi gode di un’opera finanziata con il 90% di soldi altrui (non so se è il caso di Messina, ė solo un ragionamento esemplificativo), senza valutazione preliminare, senza penali, pensa di potersene “liberare” semplicemente. “Tanto non butto via soldi miei, in compenso li risparmio”, ammesso e non concesso che ciò sia vero.

Tutto vero, ma nel caso in questione da una parte l'investimento ormai e fatto e dall'altro i costi di gestione non sono affatto fuori controllo, almeno paragonati a realtà simili e ai costi della gomma della stessa Messina, anzi il costo per posto offerto è inferiore a quello della gomma.
Quindi prendere di mira il servizio tranviario non ha alcun tipo di giustificazione, a meno che il pregiudizio si possa ritenere una giustificazione...

E' chiaro, almeno stando alle cifre, che la cosa è pretestuosa. Ma un sistema standardizzato che riporta la responsabilità diretta dello "spreco" a chi lo ha richiesto, evita anche questi approcci pretestuosi: non ti basta dimostrare artificialmente che potresti risparmiare, devi anche giustificare la restituzione dei fondi che ti furono messi a disposizione. La tua tesi, caro amministratore furbetto, è mooolto più difficile da dimostrare. Riesci comunque a dimostrarlo che conviene, allora fallo! Ma restituisci comunque quei fondi che ti furono messi a disposizione, per una tua errata valutazione dei benefici.

Secondo me vanno comunque incontro a problemi col Ministero e con la Corte dei Conti.
Se pensate alle storie che hanno tirato ad ATM per il revamping degli Eurotram, operazione che comunque avrebbe avuto un senso

Che vergogna, ma per quale motivo ce l'hanno tanto con 'sto povero tram?!

Penso che sia tutta l'ATM Messina in coma, e non è la prima volta.

Da Clickmobility:
Messina abbraccia l'elettrico e lo fa presentando domani, con una conferenza stampa convocata al ritrovo Fellini, nella centralissima piazza Duomo, i primi 16 bus elettrici prodotti dal colosso cinese Byd.

Mazza come abbracciano!, così tanto che soffocano il tram...

Sono dei pagliacci.
Demagogia e folclore e poi non gestiscono nemmeno il minimo sindacale dell'ordinario.

Qualcuno mi spiegherebbe per favore quali sono i problemi del tram di Messina?
Giuro, non riesco a capire perchè lo vogliano far fuori a tutti i costi

Il problema sono i messinesi.

luca wrote:Qualcuno mi spiegherebbe per favore quali sono i problemi del tram di Messina?
Giuro, non riesco a capire perchè lo vogliano far fuori a tutti i costi

Dico la mia: il tram è un sistema costoso che vincola non solo i veicoli ma anche le casse pubbliche. Quando un comune non ha una finanza propria solida e flessibile, dotarsi di un sistema tramviario (sistema - è una sola linea!) è un azzardo.
Nell’ottica miope di una amministrazione quinquennale ė ovvio che si possa pensare che sia conveniente sopprimere il tram per consunzione (leggasi: non faccio manutenzione, così USTIF mi obbliga a chiudere).
Per questo motivo, quando lo stato e la UE finanziano questi interventi per buona parte devono porre le amministrazioni locali di fronte al doppio vincolo: o fai funzionare il sistema per almeno 30-40 anni con le necessarie risorse previste a bilancio (possibilmente ex lege), oppure mi restituisci il finanziamento, tutto, e resti fuori da altri finanziamenti simili per un decennio.
In altre parole: se vuoi un sistema di trasporto evoluto te lo devi poter permettere, devi essere in grado di farlo funzionare per un ragionevole lasso di tempo. Non con mezzi finanziari straordinari, come può essere il contributo iniziale per la costruzione, ma con le capacità di bilancio ordinarie.
Non mi pare che il comune di Messina fosse in queste condizioni al momento della costruzione, ne lo è adesso. Quel vincolo pesa parecchio, forse oggettivamente troppo.

In realtà, investimento a parte, il tram non ha costi di gestione lontani da quelli degli autobus, ovviamente se realizzato su linee adatte, anzi su medi volumi ha costi di esercizio per posto offerto anche decisamente inferiori a quelli degli autobus.