by brianzolo » Thu 01 July 2010; 16:16
il giorno
Milano, 1 luglio 2010 - "Alla faccia degli aumenti fino al 5% dei pedaggi. Ieri Ferrara Sud-Bologna Arcoveggio (circa 40km) costava 2,30 euro, stamattina 2,80: il che corrisponde ad un aumento del 22%. E chi vi scrive è un pendolare. Grazie Tremonti!". Così ci scrive Luca, un nostro lettore. Ed è solo una delle tante proteste giunte in redazione dopo i rincari scattati nelle Autostrade.
Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra, con il Codacons che annuncia il ricorso al Tar. Ma ad alzare di più la voce è il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, pronto a gesti eclatanti, nel caso in cui venisse pedaggiato il Grande raccordo anulare della capitale. "Non c’è alcun pedaggio sul Gra. Se qualcuno mette una cosa di pedaggio sul raccordo lo sfondo con la macchina", tuona Alemanno.
Il primo cittadino di Roma tiene a precisare che il pedaggio di entrata e uscita su autostrada "è una decisione ministeriale che riguarda non solo i caselli alle porte di Roma, ma quel che è stato garantito da noi e dal governo è che non c’è pedaggio sul Gra per i cittadini che si spostano da una parte all’altra della città". Sulla minaccia di Alemanno, ironizza il senatore della Lega Nord, Cesarino Monti: "faccia quel che vuole, l’importante è che i danni del casello li paga lui e che l’automobile non sia un’auto blu che paghiamo noi".
Ferma contrarietà al pedaggiamento del Gra anche da parte del Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. "Non è immaginabile un pedaggio sul grande raccordo anulare", dice. "Ho già espresso la mia contrarietà sul pedaggio sul Gra -dice - in quanto per i cittadini del Lazio il Gra significa percorrere un tragitto per andare a lavorare o a scuola". Gli aumenti dei pedaggi autostradali riguardano, sottolinea ancora Polverini, "tutto il Paese, e non solo il Lazio. L’importante è evitare che tutto questo si scarichi sul Gra".
Contro i rincari si è poi scatenata, puntuale, la protesta dei consumatori. Il Codacons ha annunciato un ricorso al Tar del Lazio, contro "l’illegittimità" di questi rincari. Per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, "appare palese se si prende ad esempio il caso di Roma. Qui ad essere penalizzati sono esclusivamente i cittadini che abitano fuori dal Grande Raccordo Anulare, e che utilizzano con frequenza arterie di interconnessione come l’A24 o l’A12. Pensiamo soprattutto ai pendolari che si spostano in auto, e per i quali il nuovo balzello peserà come un macigno, creando una evidente disparità rispetto ai cittadini che invece risiedono all’interno del Gra". Anche la tariffa forfettaria "non rispetta il principio di progressività, in base al quale dovrebbe pagare di più chi percorre più chilometri".
Secondo i calcoli dell’Adoc, nel caso in cui venisse pedaggiata la Roma-Fiumicino, il danno per un lavoratore si attesterebbe sui 600 euro l’anno, considerando una media di due viaggi al giorno per 25 giorni al mese, con il pedaggio di un euro. Pioggia di critiche anche dall’opposizione. "Facile dire che il governo non alza le tasse.
Intanto non è vero, ma evidentemente i soldi arrivano da altre parti e le tariffe autostradali che da domani subiranno un cospicuo aumento ne sono un esempio clamoroso e uno schiaffo a tutte le famiglie italiane, soprattutto quelle dei pendolari", dice il capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti.
"Berlusconi ci riprova", accusa il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, ricordando il tentativo di 5 anni di introdurre il pedaggio sulle strade Anas. "La rottura dell’unità nazionale non passa solo attraverso le minacce di secessione della Padania urlate quasi ogni giorno dalla Lega Nord. L’unità nazionale si rompe anche attraverso azioni apparentemente estranee come l’imporre tariffe stradali e autostradali sostanzialmente discriminatorie nei confronti dei pendolari".
ridateci
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