Adesso però parliamo seriamente, prendo spunto da tutto quello che ha detto Hallenius, provando a riassumere il concetto del senso di puntare su Linate - o meglio, non puntare su Malpensa - per una qualsiasi major che ha ambizioni di hub carrier. Unica critica che mi sento di fargli è che forse ha dato per scontati molti concetti che forse, cosi scontati non sono.
Per provare a farlo, senza stare a parlare di percentili, posizionamento e altre parolacce ho provato con i disegnini, che sicuramente è più facile. Per prima cosa è necessario immaginare l'utenza cosi divisa, per semplicità, ugualmente ripartita in ogni centro urbano proporzionalmente alla popolazione (cosa già di base non vera, ma facciamo finta che lo sia)
Questa è la situazione che si presenta: l'utenza potenziale divisa in una piramide. Nella parte azzurra, la parte di domanda che è interessata alle FSC, in quella bassa quella interessata alle LCC. Più precisamente: più si va in alto nella piramide più i viaggiatori saranno disposti a spendere di più e allo stesso tempo interessati a impiegare meno tempo per viaggiare dal punto di partenza (es: casa, azienda) al punto di arrivo (hotel, destinazione finale), comprendendo quindi i tempi di spostamento e tempi morti. La capacità di spesa sarà più alta ma numericamente saranno meno.
Più si scende più la situazione si inverte, il viaggiatore sarà soltanto interessato a contenere la spesa di viaggio anche a costo di metterci di più. Per intenderci, in punta avremo il viaggiatore di first class che arriva in aeroporto con NCC, leggermente più sotto quello di business che arriva in taxi e via discorrendo fino alla base, che avremo lo studente squattrinato che arriva con l'Orio Shuttle a 5€ e prende biglietti a 9,90€. Numericamente molti di più ma la capacità di spesa sarà senz'altro inferiore.
Ora c'è da chiedersi quanti passeggeri x capacità di spesa ci sono, o meglio, quanti triangolini azzurri ci sono in 1h da Malpensa? Quanti triangolini azzurri ci sono ad 1h da Linate? Diventa immediato comprendere che, anche completando al meglio le ipotetiche infrastrutture di collegamento, i triangolini azzurri a X ore da Linate saranno sempre molti di più che non quelli azzurri da Malpensa. Non c'è un motivo, semplicemente la popolazione è distribuita cosi. Essendoci più triangolini azzurri, ovvero più persone che badano di più al tempo (e che quindi nella loro funzione di utilità il tempo è componente rilevante per chi ha fatto microeconomia) che non al budget, che verosimilmente sono coloro che mirano ad un'offerta FSC è facile intuire del perché ci sia un certo interesse attorno all'aeroporto di Linate.
Questo vuol dire che Malpensa è inutile o fa schifo? No. Vuol dire che si posiziona diversamente. Essendo innegabilmente più lontano non tanto da Milano quanto dalla domanda interessata a volare da un'aeroporto come Malpensa diventa ovvio il perché può essere definito "aeroporto low cost". Non per declassarlo, ma semplicemente perché le sue peculiarità suggeriscono che il grosso dell'utenza che vola da li preferisca impiegarci di più a fronte di un minor costo del biglietto.
E fin qui nulla di nuovo, però a volte sembra che la cosa sfugga. Altra cosa che fugge spesso è che le compagnie non collezionano carte d'imbarco. Si parla spesso di massa critica, ma la massa critica che rende sostenibile un hub carrier non è composta da tutta l'utenza potenziale, ma solo da quella che nella figura in alto è rappresentata dai triangolini azzurri, ovvero, quella che è disposta a pagare anche il minor tempo complessivo.
Da questo punto mi collego all'altra nota dolente: i transiti. Fin qui si è parlato praticamente solo di p2p, che è la cosa principale che rende sostenibile un hub carrier. Perché la gente paghi di più per muoversi l'aereo deve risultare il mezzo più rapido per spostarsi da A a B. Già a Milano questa condizione diventa difficile per colpa dell'AV che neutralizza il vantaggio su FCO e NAP e annienta letteralmente feed potenzialmente ancora più interessanti come BLQ, VCE e FLR. Per renderli sostenibili serve chi è interessato a pagar molto per andare dal Duomo di Milano a quello di Firenze, a Piazza San Marco e ai portici di Bologna nel più rapido tempo possibile.
Impossibile da Linate battere il treno, figuriamoci da Malpensa, basta una simulazione semplice semplice su Gmap. E qui entra il gioco di fare feed via ferro, AV possibilmente. Con collegamenti rapidi e veloci si intercettano ANCHE i triangolini azzurri di BO, VE e FI, che ricordo, sono quelli che più badano al tempo (chiaramente non tutti e non in egual misura dato che anche queste città hanno aeroporti). Un APM Rogoredo-Linate-Segrate non sarebbe idilliaco ma un trade off ben accettabile per essere al check in in nemmeno 1 ora e mezza dalla stazione di Bologna, 2 da Venezia e qualcosa in più da Firenze. Più il viaggio è lungo più questo ha senso, più l'offerta è scarsa dalla città di partenza più questo ha senso.
Infine i decorsi storici: la verità è che oggi i piani di Cempella li potete tranquillamente mettere in un museo. Non hanno più senso. Quando si concepiva Malpensa il contesto era diverso: non c'era concorrenza e o si volava con le compagnie di bandiera o ti trovavi al ritrovo gruppi al T2. Oggi la concorrenza c'è ed è tanta, per cui ci sono infinite variabili da considerare che all'epoca erano inesistenti. Praticamente hanno voluto Malpensa hub ma di fatto hanno realizzato un ottimo aeroporto per LCC senza volerlo. Che ripeto, non è un male. La verità è che altro non è che il risultato di fare le cose al risparmio e senza visione. In tutto, dico TUTTO il mondo si fanno due cose: se l'aeroporto principale* A non ha più capacità o lo si amplia o lo si sostituisce con un nuovo aeroporto C, non si va nell'altro aeroporto B della città solo perché "ha le piste lunghe e c'è spazio. E se lo si rimpiazza con C si va dove il maggior numero di variabili riesce a coesistere: lo spazio è solo una di queste. Di esempi ce ne sarebbero a migliaia ma per farli servono tanti se, tanti ma e vanno presi con le dovute.
Questo il motivo per cui se si vuole - che sia SEA o che sia AZ - un hub a Milano l'unica è pensare a qualcosa che rispecchi queste caratteristiche. Malpensa non è adatto, non servono altre prove. Di cadaveri sul Ticino ne son già passati tanti, forse è il caso di inventarsi altro. E non parliamo di costi, per favore. Gli ultimi aeroporti di una certa dimensione hanno attestato il loro costo di realizzazione attorno ai 10/12 miliardi. Il 2% del PIL della Lombardia, 1/5 del suo residuo fiscale. Il 4% di quello che arriverà dal NextGen EU. In un momento in cui i tassi sono sotto zero. Siamo seri, quello che manca è capacità di programmare e realizzare un piano di sviluppo di lungo periodo, non i soldi.
Non è che se ripeti una bugia diventa vera, ma non è che se non ci credi te è una chimera