lascio a voi ogni commento...io sono rimasto senza parole
da il cittadino.it
Un avveniristico treno-missile
salverà il Lodigiano dalla crisi?
(23 maggio) Una monorotaia sospesa sui campi del Lodigiano. Circa 60 chilometri di tragitto per collegare tra loro San Donato Milanese, Lodi, Sant’Angelo, Casalpusterlengo e, perché no, anche Paullo. Se il Lodigiano indossa da qualche anno la maglia nera del primato dei tumori e se lo smog è un’emergenza nazionale, il progetto di costruire una monorotaia che si incunei nei campi della provincia, collegando tra loro tutti i centri medio grandi, può essere una soluzione. Almeno secondo Assolodi, l’associazione degli industriali del Lodigiano. Una sorta di appello a istituzioni, classe politica e privati per fare quadrato intorno ad un’idea che potrebbe risollevare le sorti della mobilità in tutta la Provincia e che nasce dalla constatazione della problematiche del territorio. Su tutte, il traffico e di conseguenza l’inquinamento atmosferico.
Tra gli altri, l’hanno già fatto in Giappone, Francia e Germania. In Italia ne fu costruita una nel 1961, a Torino per i festeggiamenti del centenario dell’Unità d’Italia. Rimase attiva per pochi mesi e per anni rimase parcheggiata all’interno della stazione Nord alla mercé dei vandali. Di quell’avventura su un binario, ne rimane visibile solo un tratto e una delle due stazioni di servizio nei pressi di corso Unità d’Italia. A parte quella esistente nel parco divertimenti Mirabilandia di Ravenna, per vedere la seconda esperienza italiana bisogna aspettare il 2009. Si trova in Toscana ed è lunga 300 metri; corre nelle vigne dell’azienda agricola Bertolazzi di Massa. Nel mondo ce ne sono 34 in azione, la più lunga è a Shangai e corre su binario lungo 30,5 chilometri. La monorotaia per il Lodigiano sarebbe lunga esattamente il doppio e conquisterebbe il primato nel mondo.
Per quanto riguarda il tragitto, l’idea è quella di due anelli, uno rivolto verso il Nord Lodigiano e il Sud Milano e l’altro sulla Bassa, con punto di incontro a Lodi. «Si tratta di un impianto che a pieno regime potrebbe trasportare 100 mila persone al giorno – spiega Maurizio Galli, presidente di Assolodi - e sarebbe il più grande mai realizzato al mondo. Le ricadute sarebbero inimmaginabili tutto il territorio». Niente più auto per spostarsi tra i diversi centri della provincia e trasporto pubblico locale rivoluzionato sulla base delle fermate del treno ultramoderno; sulle arterie centrali del territorio ci sposterebbero solo i camion e tir per il trasporto merci. Insomma meno stress per tutti, migliore qualità della vita, ma anche più turismo e più cultura. «Anche il patrimonio culturale dei comuni più piccoli della provincia diventerebbe accessibile – continua Galli – , ma banalmente basta provare ad immaginare le conseguenze sulla promozione del territorio e sul turismo grazie all’attrazione della monorotaia più lunga del mondo». Azzerate da Assolodi le preoccupazioni per il consumo di suolo e per l’impatto ambientale dell’opera: con il percorso sospeso, campi e coltivazioni del lodigiano sarebbero al sicuro. «Ci sarebbe ricadute positive anche per il mercato immobiliare dei comuni più piccoli della Provincia – ha argomentato Galli - : non sarebbe più un problema vivere lontano dalle città. Tutti potrebbero raggiungerle in meno di mezzora con un mezzo rapido ed efficace». Che per restare tale, secondo Assolodi, dovrebbe trovare sponda in una gestione mista tra privato e pubblico mantenendo il timone sul territorio, ma che per diventare realtà deve essere tra le priorità del governo anche in virtù dei costi. Secondo le stime di Metropolitane Milanesi, il costo di produzione su un tragitto privo di ostacoli e con stazioni standard si aggira intorno ai 20 milioni di euro al chilometro; un dato che significa 1200 milioni di euro per l’intera opera.
«Questa può diventare la grande battaglia del Lodigiano per ridurre del 50 per cento le emissioni e scrivere la storia del suo sviluppo – ha chiuso Galli - ; ci vuole il consenso di tutti e la voglia di scrivere una nuova pagina della nostra storia. Abbiamo una piccola rappresentanza politica che può diventare forte e unirsi per ottenere un risultato che rivoluzioni il territorio».