Fede Politica - 7

Chiacchere in libertà

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Re: Fede Politica - 7

Postby S-Bahn » Mon 14 November 2016; 9:58

Come altrove. Chi semina vento raccoglie tempesta...
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
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Re: Fede Politica - 7

Postby ing » Mon 14 November 2016; 15:58

Governare gli italiani non è facile né difficile: è inutile.
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Re: Fede Politica - 7

Postby S-Bahn » Mon 14 November 2016; 16:08

Soprattutto se si spacciano populismo e demagogia per volontà e capacità di governo. Questo onestamente vale per molti, e per ottimismo non voglio dire "per tutti".
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Re: Fede Politica - 7

Postby Trullo » Mon 14 November 2016; 16:22

Vale per tutti, ma in misura diversa e al netto di populismo e demagogia (laddove c'è qualcosa più del nulla cosmico che c'è da qualche parte) con differenze profonde e sostanziali
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Re: Fede Politica - 7

Postby S-Bahn » Mon 14 November 2016; 18:00

Non mi piace mai fare d'ogni erba un fascio. Ma certamente direi che come minimo vale per moltissimi... ahimé.
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Re: Fede Politica - 7

Postby Viersieben » Mon 14 November 2016; 20:32

Maria Elena ha perso le staffe...

REFERENDUM 4 DICEMBRE IN ITALIA

Più strumenti partecipativi, dice la Boschi a italiani in Svizzera
Di Sonia Fenazzi

14 NOVEMBRE 2016 - 14:00

"Bisogna avere il coraggio di provare a cambiare", ha esortato domenica a Zurigo la ministra italiana per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi, illustrando le sue ragioni per il sì al referendum del 4 dicembre. Un incontro organizzato dal PD svizzero, durante il quale ha raccolto tanti consensi, ma ha anche avuto un aspro scambio di battute con una contestatrice, che le ha fatto perdere le staffe.

"Non sono qui come ministra in veste istituzionale ufficiale, sono qui a mie spese a fare campagna referendaria", ha tenuto a sottolineare, Maria Elena Boschi, giunta in Svizzera dopo le critiche subite per il suo giro di visite agli italiani in Sudamerica e nel bel mezzo delle polemiche sulla lettera inviata agli italiani all’estero dal primo ministro Matteo Renzi, firmatosi come segretario del Partito democratico.
Una comunità, quella degli italiani all’estero che costituisce oltre 4 milioni di aventi diritto di voto su un totale di più di 51 milioni, pari a quasi l'8%. È vero che solitamente sono meno propensi a votare rispetto ai connazionali in patria. A titolo di esempio all’ultimo referendum abrogativo sulle trivelle, il 17 aprile scorso, quando non era stato raggiunto il quorum, la partecipazione in Italia era stata del 32,1%, contro il 19,7% all’estero. Ma in passato è già capitato che il loro voto è stato determinante. Non è dunque escluso che lo sia anche nella combattuta partita del 4 dicembre.

Un’esclusione nella logica territoriale

In questo referendum potrebbe peraltro essere portato a partecipare un numero di italiani all’estero superiore al solito, perché la riforma li concerne direttamente: se fosse adottata, non sarebbero più rappresentati al Senato. "Se da 315 senatori si passa a cento, non spariscono solo i sei eletti all’estero, ma anche altri 209 di quelli sinora scelti dagli italiani che vivono in Italia", ha osservato la ministra, rispondendo a una domanda del giornalista che conduceva, secondo la sua definizione, una "intervista dialogo".
L’assenza della rappresentanza estera sarebbe giustificata dal nuovo ruolo che avrebbe il Senato in versione light: esso rappresenterebbe le autonomie territoriali. "Non credo che in un Senato che rappresenta le regioni e i comuni si possa immaginare un territorio per esempio Oceania o Europa", ha argomentato la Boschi.
La ministra ha ricordato che gli italiani all’estero manterrebbero i loro dodici rappresentanti alla Camera dei deputati, ossia "la Camera che avrebbe l’indirizzo politico, che approverebbe il 97% delle leggi, che darebbe e revocherebbe la fiducia al governo. Quindi che di fatto avrebbe il ruolo di maggior protagonismo, che inciderebbe di più sulle scelte del paese".

Più democrazia partecipata

Nel paese simbolo della democrazia diretta, Maria Elena Boschi ha posto un accento particolare su questo aspetto della vasta riforma costituzionale su cui saranno chiamati a pronunciarsi gli italiani tra tre settimane. "Se vince il sì, con la nuova Costituzione avremo anche da noi in Italia maggiori strumenti di partecipazione diretta di oggi. Io credo che voi forse più di chiunque altro possiate apprezzare questa parte della riforma, vista l’esperienza che avete fatto qui in Svizzera".
La ministra ha rilevato che se la riforma fosse approvata, sarebbero introdotti dei referendum consultivi, che oggi non figurano nella Costituzione italiana. In più "abbasseremmo il quorum di partecipazione per la validità dei referendum abrogativi", rendendoli così più efficaci.
Per essere precisi, a partire da 800mila firme raccolte il quorum non corrisponderebbe più alla maggioranza del corpo elettorale, bensì a quella dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei deputati. Invece, al di sotto delle 800mila firme fino alla soglia minima di 500mila, il quorum non diminuirebbe rispetto ad ora.
Quanto alle proposte di legge di iniziativa popolare, sarebbe introdotto l’obbligo per il parlamento di esaminarle. Naturalmente il parlamento potrebbe modificarle, è il suo lavoro. Ma sarebbe obbligato a valutarle", ha aggiunto Maria Elena Boschi, rilevando che in tutti questi anni, non essendo vincolato, il parlamento ha preso in esame solo tre proposte presentate dai cittadini.
Su questo strumento occorre tuttavia puntualizzare che con la riforma il numero minimo di firme necessarie triplicherebbe, passando dalle attuali 50mila a 150mila.

Finale animato

In una sala affollata di un pubblico in netta maggioranza favorevole al sì alla riforma costituzionale, era un susseguirsi di battimani di fronte alla brillante oratoria della ministra. Ma sul finale, mentre parlava della necessità di concentrarsi sul vero oggetto del voto, ovvero sulla riforma, e di non più fare del referendum una questione di governo, di partiti o di persone, si è improvvisamente levata una nota fuori dal coro acclamatore. All’affermazione della ministra "non dobbiamo personalizzare", una donna le ha gridato: "lo avete già fatto!".
L’ammissione della Boschi che effettivamente era stato commesso uno sbaglio, non è bastata a calmare gli animi. È così nato un animato battibecco tra la contestatrice, sostenuta da un altro fautore del no al referendum, e molti sostenitori del sì, mentre la ministra ha cominciato a sua volta a gridare e a proferire rimproveri, quali per esempio: "Noi non ci permettiamo di andare alle scarsissime iniziative organizzate da altri a interrompere chi sta parlando". E alla battuta del moderatore, secondo cui, quando ci sarà la democrazia diretta ci saranno discussioni di questo tipo su determinati temi, la Boschi ha risposto stizzita di non avere "problemi ad accettare le discussioni, ma quando si rispettano le regole del gioco".
In conclusione, comunque, è tornata la calma e la ministra ha invitato la donna che la contestava a farle una domanda. Un privilegio concesso solo a due altre persone del pubblico. Al termine di quello che Maria Elena Boschi ha chiamato dibattito, ma che a noi è sembrato piuttosto un eccellente monologo, raccogliendo opinioni tra il pubblico abbiamo avuto la netta impressione che ognuno fosse rimasto con le proprie convinzioni. Alcune persone invece ancora indecise ci hanno detto che la ministra non è riuscita a sciogliere completamente i loro dubbi.

Quel che è certo, è che ora la campagna entra veramente nel vivo. Nei prossimi giorni gli italiani in Svizzera riceveranno i plichi di voto ed entrambe le parti moltiplicheranno le attività di propaganda.
I punti principali della riforma, nel video tvsvizzera.it/RSI

[url]http://www.swissinfo.ch/democraziadiretta/referendum-4-dicembre-in-italia_più-strumenti-partecipativi--dice-la-boschi-a-italiani-in-svizzera/42591070[/url]
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Re: Fede Politica - 7

Postby Trullo » Tue 15 November 2016; 13:28

Trullo wrote:Parisi si distacca da Salvini "Lo dico a chi oggi sara' a Firenze: non si fermano i flussi migratori con le ruspe o bucando i gommoni. Noi vogliamo la soluzione ai problemi, non gli slogan",

E Berlusconi lo scarica

http://www.corriere.it/politica/16_nove ... 65d0.shtml

Inoltre

"Voto no perchè il governo Renzi che cerca una legittimazione che non ha mai avuto è ora che vada a casa".

Il paradosso è che la Costituzione formale viene difesa da Berlusconi (da Salvini, dai neofascisti, da Grillo, dall'estrema sinistra) con motivazioni eversive e anticostituzionali, con una presunta illegittimità del governo attuale, il quale invece gode la fiducia delle camere e quindi è formalmente pienamente legittimo
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Re: Fede Politica - 7

Postby skeggia65 » Tue 15 November 2016; 14:00

Articolo 21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Anche se "alea iacta est": Freedrichstrasse!

Se la musica è troppo alta, tu sei troppo vecchio.

Nella vita nulla si deve temere; si deve solo comprendere. Maria Sklodowska Curie
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Re: Fede Politica - 7

Postby S-Bahn » Tue 15 November 2016; 14:28

Una cosa che non ho capito è perché questa idea del "bisogna cambiare" abbia preso soprattutto gli ultraottantenni (lo dico per le persone che conosco, non ha ovviamente valore statistico), possibilmente senza entrare nel merito altrimenti cominciano i guai.
Però torna con il fatto che il primo paladino ne sia Giorgio Napolitano, classe 1925.
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Re: Fede Politica - 7

Postby LUCATRAMIL » Tue 15 November 2016; 15:33

Trullo, chiederei la cortesia di non considerare Fratelli d'Italia come neofascisti, sarebbe come definire quelli del PD dei brigatisti (visto che c'è D'Alema).
I cretini dei due estremi (e forse anche del centro) purtroppo esistono sempre, ma i Partiti costituzionali almeno consideriamoli fatti da persone per bene con idee magari un po' lontane tra loro.
Se la finiamo con le barricate, forse riusciremo a costruire un Paese serio.
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Re: Fede Politica - 7

Postby Trullo » Wed 16 November 2016; 10:02

Su un articolo che invitava a smascherare le presunte bugie di Renzi sul referendumo ho trovato qiuesta chicca

"Dal 1946 ad oggi si sono susseguiti 63 governi, compreso il governo Renzi, con 24 presidenti del Consiglio eletti più 3 (Monti, Letta, Renzi) nominati dal presidente della Repubblica Napolitano per formare governi tecnici ".

Se per "difendere la costituzione" si racconta (questa volta da sinistra, ma cambia niente. Le motivazioni sono quelle del populismo becero e ignorante berlusconiano, leghista e grillino: una volta andavamo a votare per eleggere il governo, Napolitano cattivone ci ha tolto questo diritto) una costtituzione che non esiste nè nella forma nè nella prassi, si perde credibilità e si rischia di ottenere il risultato opposto a quello voluto

Il presidente del consiglio non è e non è mai stato una carica elettiva. Al massimo con il sistema elettorale d Calderoli c'era un'indicazione non vincolante, valida peraltro solo per tre elezioni, vinte da Prodi, Berlusconi e Berssani rispettivamente come capi delle coalizioni. Non vincolante proprio perchè la repubblica italiana è stata disegnata come parlamentare per cui il governo deve chiedere la fiducia, a entrambe le camere

http://www.glistatigenerali.com/governo ... -di-troia/

Ci sono altre inesasttezze anche gravi, come rilevato negli stessi commenti all'articolo
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Re: Fede Politica - 7

Postby jumbo » Wed 16 November 2016; 12:35

Peraltro, ci si dimentica dei numerosi governi tecnici degli anni '90: Ciampi, in un certo senso Amato, Dini ...
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Re: Fede Politica - 7

Postby Trullo » Wed 16 November 2016; 12:49

Ricordando che tutti i governi, politici tecnici e misti, hanno sempre avuto la fiducia delle camere
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Re: Fede Politica - 7

Postby brianzolo » Wed 16 November 2016; 12:50

promemoria per il fonte del no

Il nostro sistema non prevede l’elezione del Presidente del Consiglio. L’unico organo elettivo è il Parlamento. L’articolo 92 della nostra Costituzione prevede che il Primo Ministro venga nominato dal Presidente della Repubblica. Per prassi costituzionale, il Capo dello Stato, prima di conferire l’incarico, consulta la maggioranza parlamentare ed eventualmente anche le forze politiche di minoranza, per assicurarsi che il Governo avrà i numeri per governare.

Una volta proclamato il nuovo Governo, la sua vita dipenderà dal Parlamento, organo rappresentativo, che ha il potere di sfiduciare il Governo e di condizionarne l’orientamento politico. Nel caso, molto frequente, in cui il Governo non ha più una maggioranza che lo sostenga oppure venga approvata una mozione di sfiducia, il Presidente del Consiglio è tenuto a dimettersi. Il Presidente della Repubblica prima di sciogliere le camere e indire nuove elezioni ha il dovere di consultare nuovamente le forze politiche per verificare che ci sia la possibilità di formare un nuovo Governo, anche con una maggioranza diversa rispetto a quella precedente.

I componenti del Governo, in ogni caso, non devono essere necessariamente eletti. Quello che conta è che il Governo goda della fiducia di una maggioranza parlamentare.
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Re: Fede Politica - 7

Postby jumbo » Wed 16 November 2016; 13:10

Trullo wrote:Ricordando che tutti i governi, politici tecnici e misti, hanno sempre avuto la fiducia delle camere

Senz'altro, ma volendo riconoscere un valore alla prassi, che ha accompagnato l'utilizzo del sistema elettorale maggioritario, che il capo del partito/coalizione vincitore diventa presidente del consiglio, ci sono comunque casi di violazione di tale prassi fin dagli anni '90.
Questo vale non tanto per Ciampi, il cui governo precedette il maggioritario, ma vale per Dini, Amato II, D'Alema.
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