Ovvio che anche gli uffici viabilità dei comuni (ma anche delle provincie) si devono dare una regolata e introdurre limiti ragionevoli e funzionali alla sicurezza, non funzionali a pararsi il culo (leggasi c.u.l.o.).
Se sulla SS36, dopo avere con pazienza passato i due semafori di Monza, proseguite in direzione di Milano e imboccate il cavalcavia di S. Fruttuso, trovate subito un limite 30 su una tratto a 3 corsie con caratteristiche autostradali.
Pare che il limite (Provincia di Milano, per ora titolare della strada) sia stato messo per pararsi il culo (idem come sopra) per una situazione di guard rail deteriorato o non a norma.
Sempre lungo la stessa strada, una volta c'era una ciclabile sui due lati da Rondò di Monza fino all'entrata di Milano.
Negli anni è stata ammazzata pezzo pezzo dalle modifiche per svincoli e varianti. Poi ad un certo punto una legilslazione più severa ha posto fuori norma quel poco che rimaneva. Come è stato risolto il problema? Facendo qualche adeguamento (cordoli, segnaletica, paracarri?). No, si è messo un bel cartello "pista ciclabile dismessa", e il culo (anche quei si legge uguale) è parato. Tutto legale, i cartelli avevano anche il bollino con la data...
Importante il bollino con la data. Pare che qualcuno, avendo saltato un stop, abbia preteso di farsi invalidare la contravvenzione (giustamente data per la manovra criminale), perchè il caretello non era in regola non riportando la data di installazione. Non so come sia andata a finire, ma tutto questo dimostra che siamo nel paese dell'ipocrisa giuridica.