Trasporti a Milano

Non vuol dire.
Durante i temporali possono esserci zone con visibilità pessima o discreta, a volte di poche decine o centinaia di metri.
Può essere che le telecamere in questione (che non sono di qualità eccelsa) fossero "oscurate" da una tenda di pioggia più intensa.

Da alcune dichiarazioni pare che da queste riprese qualcosa si veda, ma al momento non si sa molto.

Sul corriere hanno pubblicato questo video, di poco prima dell'incidente. In effetti la visibilità è abbastanza pessima

https://video.corriere.it/sul-ponte-mor ... 46f5751ec2

Abbastanza pessima.
Abbastanza da non vedere per nulla il ponte, altro che vederne il cedimento.

In ogni caso quella telecamera è abbastanza lontana, è appena fuori dalla galleria lato ovest, saranno almeno 500-600 m dal pilastro crollato, non so quanto sarebbe stata utile anche in caso di buona visibilità

Mein Bruder war ein Flieger
Eines Tages bekam er eine Kart
Er hat seine Kiste eingepackt
Und südwärts ging die Fahrt.

Mein Bruder ist ein Eroberer
Unserm Volke fehlt's an Raum
Und Grund und Boden zu kriegen, ist
Bei uns alter Traum.

Der Raum, den mein Bruder eroberte
Liegt im Guadarramamassiv
Er ist lang einen Meter achtzig
Und einen Meter fünfzig tief.





(Avevo un fratello aviatore.
Un giorno, la cartolina.
Fece i bagagli, e via,
lungo la rotta del sud.

Mio fratello è un conquistatore.
Il popolo nostro ha bisogno
di spazio; e prendersi terre su terre,
da noi, è un vecchio sogno.

E lo spazio che s'è conquistato
è sui monti del Guadarrama.
È di lunghezza un metro e ottanta,
uno e cinquanta di profondità.)

Poi musicata (dice Wp, eh) da J. Eisler, autore anche del non disprezzabile inno della RDT.

Qualche settimana fa mi trovavo in Francia, oltre ad ammirare le bellezze del centro e la magia dei parchi Disney, ho avuto la possibilità di vedere il degrado architettonico e urbanistico della periferia, ormai indistinguibile nelle metropoli europee. Che sia Many-la Hongrie, Pozuelo de Alcorcon, Casoria, Acilia o Vimercate, gli stessi centri commerciali costruiti nello stesso modo con addirittura le stesse catene (Ikea, Carrefour, Leroy Merlin, Divani&Dvivani, Zara, H&M, McDonalds, ecc...)

Trullo, siamo in troppi per poter fare ognuno come gli pare. L'omologazione è un male necessario, speriamo che lasci spazio a schegge di fantasia.

Il problema di queste periferie non è tanto l'omologazione, quanto il degrado a mio avviso.
Dal punto di vista commerciale questa "configurazione" coinvolge le periferie, intendendo come periferie anche aree a 30 Km dai centri principali, mentre all'interno della città densa e consolidata è in atto una inversione di tendenza che rilancia supermercatini di quartiere e installazioni più piccole, compreso i tradizionali negozi spazzati via fuori dalle città ma non dentro le stesse.

I supermercatini di quartiere non rischiano tuttavia di essere riservati alle classi più agiate? Me ne viene in mente in mente uno a Zurigo che vedo sempre quando mi reco, spesso il sabato pomeriggio, a far scorta (in un altro covo di hipsters, ma la scelta ormai è quella che è...) di materiale fotografico, e che è affollato di gente barbuta che si sposta con velocipedi che costano come un'automobile.

Nel suo post, Trullo identifica il degrado delle periferie nella loro anonimia architettonica. Sono due cose diverse, pur collegate. Il “degrado” è il disfacimento strutturale degli oggetti e, per estensione, anche dei rapporti umani. Non il fatto che tutte le periferie sono indistinguibili. Che poi quest’ultimo aspetto influisca sul primo ė pure vero, non è però condizione sufficiente.

Sì, sono due aspetti diversi, non volevo necessariamente identificarli.
Tornando però un attimo ai supermercantini, in parte è vero che sono riservati alle classi più agiate che abitano in centro nelle grandi città, vedi Eataly che è di moda. Ma questo dice appunto che questo modello piace ed è promosso da chi può spendere. E' una inversione di tendenza, ma è un fenomeno che non è ristretto alla classi più agiate, direi che è più tipico delle realtà urbane consolidate e non necessariamente delle grandi città. Non ci sono solo supermecatini per ricchi infatti.

Quando l'ortolano di quartiere, in una zona periferica post-industriale di Milano, ti fa le mele a 7-8 €/kg e ilresto della roba è più o meno allineato, difficilmrnte diventi un nuovo cliente...