L'importante non è la vicinanza fisica (il "campo di grano" che separa Milano da Monza), ma la strettezza dei legami.
Lo scopo di tutta questa faccenda dovrebbe essere l'attribuzione dei poteri all'Ente che con più facilità è in grado di esercitarli.
Faccio un esempio banale: l'urbanistica. Credo che già da oggi dovrebbero essere concessi a TUTTE le Provincie forti poteri di pianificazione e di indirizzo, in grado di orientare lo sviluppo dei diversi Comuni. Nel caso delle Aree Metropolitane, vedi Milano, le competenze urbanistiche potrebbero essere TOTALMENTE demandate alla Provincia, perché le relazioni fra i Comuni sono talmente strette da rendere assurda la frammentazione.
D'altro canto, però, non dimentichiamo che un Ente LOCALE, quale è il Comune, non può avere dimensioni da mammuth (fino a Bergamo o Lugano), perché esistono dei servizi a piccola scala altrettanto importanti.
L'altro tasto dolente è la perimetrazione. Nel parlare comune, si sente dire spesso: "La città di X ha tutto il diritto di diventare capoluogo di provincia, perché conta ormai 150.000 abitanti, ha un passato glorioso, e tanti bei monumenti o la ricetta tipica taldeitali". Sembra che l'istituzione di una nuova Provincia sia un titolo onorifico, come ricevere il titolo di Città o di Cavaliere del Lavoro.
Esistono, invece, o dovrebbero esistere, dei motivi tecnici che rendono sensata l'istituzione di una Provincia, o di un Comune, o di una Regione. Parlo dell'esistenza di un area con particolari caratteristiche, o un'area di influenza di una certa città, o semplicemente un' area di forma e dimensioni sensate per il buon governo del territorio.
Altrimenti decidiamo che doventano capoluogo solo le città con più di 100.000 abitanti, e avremo Milano, Bergamo, Brescia e Monza.