La questione del DDT è quantomeno dibattuta.
L'OMS, nel 2006, ha dichiarato che, se usato in modo corretto, non comporterebbe danni per la salute umana.
Il problema è che una sostanza molto liposolubile (quindi che rifugge molto l'acqua), e tende pertanto ad accumularsi nel grasso degli animali, compresi noi uomini, soprattutto quegli animali che sono ai vertici della catena alimentare, quindi sempre noi.
Esso quindi dà bioaccumulazione (nel senso che si concentra nei tessuti grassi degli organismi), ma anche biomagnificazione (cioè si trasmette attraverso la catena alimentare).
C'erano in giro su un mio vecchio libro dei grafici che mostravano che il DDT viene tuttora rinvenuto nei feti (lo studio era stato fatto su donne americane), anche se la sua quantità è in netto calo nel corso dei decenni (il picco si è avuto negli anni 50-60).
Però...
Hanno inventato dei nuovi insetticidi (gli organofosforici e i carbammati); questi però, hanno una persistenza nell'ambiente molto più limitata, e quindi pur essendo intrinsecamente meno tossici, devono essere sparsi più frequentemente, e quindi in definitiva il beneficio della minore persistenza viene cancellato dalle dosi maggiori.